Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Visconti riduce al minimo i dialoghi e realizza un film autenticamente espressivo, dove gli stati d'animo dei personaggi e le loro sensazioni sono mostrati solo attraverso piccoli gesti come un movimento d'occhi. C'è una Venezia morente e crepuscolare che, nelle mani di Visconti, artista della bellezza, diviene, se possibile, ancor più affascinante. Una Venezia cupa, in preda ad un'epidemia che assomiglia tanto allo stato d'animo del protagonista, il professor Gustav, al punto che la città sembra solo una sua proiezione. Un protagonista che è un musicista in crisi che appare stanco e disilluso, ma s'innamora di un giovane biondo; un giovane che possiede, per lui, tutti i canoni della bellezza. Ma l'epidemia a Venezia va avanti e man mano che va avanti, Gustav pare invecchiare e perdere le forze. E' una Venezia pervasa da un senso di morte perenne, un senso di morte che sempre più si fa strada nell'animo di Gustav, che attraverso la passione per questo ragazzo sembra voler ringiovanire e ritrovare la fiducia in un'esistenza che non ha più nulla da offrirgli. Difatti egli non s'arrende, cerca persino di ringiovanirsi e truccarsi con l'aiuto d'un barbiere, ma è un ringiovanimento fittizio. Il finale, col protagonista morente mentre il trucco e la tintura dei capelli gli si sciolgono addosso, è un capolavoro d'espressività. Il fascino veneziano e la perfezione viscontiana fanno il resto.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:2 impegno:3 tensione:2
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