Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Ultimo grande film di Visconti : rilettura di Thomas Mann dagli accenti proustiani, meticolosa rievocazione di una Belle Epoque sul punto di scomparire (quasi sublimata nelle splendide immagini di Pasqualino De Santis), celebrazione e sofferta introspezione di un amore "diverso" ma ugualmente straziante e indomabile. Opera tra le più autobiografiche di Visconti, ha sempre diviso la critica, ma, a mio parere, risulta molto intensa e con sequenze indimenticabili. Tra le accuse più ricorrenti mosse al film, quelle di essere mortalmente lento, noioso e privo di vita : ingiustificate, se si tenta un confronto col racconto di Mann e si analizza in profondità la scrittura filmica. Se si vuole trovare un difetto, lo si può trovare certamente nei troppi flashback aggiunti dal regista, particolarmente in quello dove Ascenbach discute la natura dell'arte con un amico in termini effettivamente astratti e intellettualistici. Per il resto, il film è esemplare, anche nella scelta e nell'inserimento delle musiche di Mahler. Dirk Bogarde dà una delle performance più ammirevoli della storia, di una misura e di un'intensità irripetibili, e la scena finale sulla spiaggia è semplicemente magnifica. Lo sfondo di una Venezia invasa gradualmente dal colera è evidenziato con grande efficacia visiva, così come insostituibili risultano le presenze di attori come Silvana Mangano, Nora Ricci e Romolo Valli in ruoli che furono definiti "di alto ornamento" da un prestigioso critico. voto 9/10
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