Regia di Marco Pozzi vedi scheda film
L’anoressia è subdola perché sa nascondersi: sotto le felpe extralarge di Sa-
ra, dietro i suoi voti da studentessa modello, dentro i silenzi che nessun genitore s’insospettirebbe di trovare in una 15enne. Così il male di Sara (che nulla ha a che fare con l’omonima canzone degli Afterhours) diventa regola e schema rigidamente rispettato, per far scendere i suoi inaccettabili 50 chili al fatidico “38 peso perfetto”, slogan dei perniciosi siti Web che elargiscono guide per dimagrire. È solo all’inizio, Sara, del suo progetto autolesionista, nella fase che viene chiamata “luna di miele”: dimagrisce, ma è ancora forte, abbastanza per correre ore nel parco, abbastanza perché nessuno si accorga del suo deperimento. Pozzi asciuga la sua opera da retorica e spiegazioni, pedina la protagonista negli spazi di scintillante vuotezza di una Milano asettica e riassume la malattia nel grottesco disegno delle sagome concentriche di Sara, tracciate ogni giorno con il pennarello per vedersi affievolire pian piano. Tutto è ridotto a un minimalismo estetizzato che, se inizialmente convince per il suo sguardo non banale, finisce per nuocere al film, troppo timido nell’affrontare il disagio, troppo ambiguamente conquistato dalla bellezza vivida di Benedetta Gargari (l’ex bambina di La finestra di fronte) e dai suoi occhi più grandi dello schermo: l’anoressia, purtroppo, morde più forte di così.
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