Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Appena ventuno minuti di durata per un lavoro girato da Resnais consequenzialmente a Notte e nebbia: sia in senso cronologico che in senso puramente logico. Perchè il discorso è il medesimo: tutto attorno alla memoria e in particolare alla memoria dell'umanità, di quanto imparato e trasmesso nel corso della Storia. Cosa resterà delle tracce umane su questa terra? Secondo l'opinione della voce narrante (scelta ottimale per questo tipo di lavoro) la biblioteca nazionale francese sarà l'ultimo baluardo della cultura umana sul pianeta. Sarebbe bastato qualche decennio appena, con l'avvento di internet, per smentire qualsiasi ipotesi di questo tipo, ma è probabile che nel 1956 ciò fosse pienamente credibile e condivisibile. Perchè quello che ci mostra il cortometraggio di Resnais è l'amore - realmente - con cui gli addetti della biblioteca ricevono, catalogano, sistemano i libri e soprattutto con quale precisione li mantengano in vita preservandoli da tempo e usura. Lunghe carrellate nei vasti vani dell'edificio concedono la giusta ampiezza spaziale e visiva alle parole lette da Remo Forlani, sceneggiatore all'epoca emergente e futuro autore di varie pellicole (l'ultima delle quali è stata una co-produzione italo-francese, cioè C'era un castello con 40 cani di Duccio Tessari, 1990). Bianco e nero serioso, in linea con i contenuti in un certo senso 'solenni' del film. Per Resnais tutto è pronto per il salto al lungometraggio: tre anni dopo dirigerà Hiroshima mon amour, altro lavoro in cui la memoria è il vero protagonista della storia. 6/10.
Viaggio fra gli scaffali e gli uffici della biblioteca nazionale francese, a Parigi: come vengono accolti i volumi? Come catalogati? E come preservati dal tempo e dall'usura?
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