Regia di Bernhard Wicki vedi scheda film
Un tagliente bianco-nero che staglia luci ed ombre “lunari”, Yul Brynner e il fascino intrinseco della nave, sono gli ingredienti giusti per non farsi dimenticare. Anzi, sono gli antidoti che compensano una superficialità di fondo altrimenti inaccettabile, specie in un contesto drammatico come questo. Troppo facile, infatti, il disinnesco degli esplosivi di bordo; troppo facile il superamento del convoglio nemico; inutilmente crudele il Primo Ufficiale e accessoria la presenza della ragazza ebrea: tutte cose che hanno contribuito alla stroncatura del film. Stroncatura immeritata, però, che andrebbe ridimensionata non poco.
Asciutto, cupo, pieno di particolari che affascinano gli appassionati di navigazione, complice un mercantile a vapore tanto squallido che più squallido non si può, comandato da un burbero benigno quale Brynner di robustissimo spicco. Lo affianca nientemeno che Marlon Brando. C’è anche Trevor Howard.
Da vedere almeno una volta.
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