Regia di Bernhard Wicki vedi scheda film
Ottimo film d'azione a sfondo bellico, assolutamente da recuperare
Giappone, 1942. Robert Crain, un tedesco stabilitosi in India (Marlon Brando), viene ingaggiato dagli inglesi per impedire che una nave nazista con a bordo un prezioso carico di gomma destinato all'esercito in Europa arrivi a destinazione. Ma l'impresa sarà più difficile del previsto.
Ancora prima di entrare nel mondo del cinema, il regista austriaco Bernard Wicki fu un soldato e combatté durante la Seconda guerra mondiale sul fronte francese: è inevitabile quindi che un'esperienza del genere lo abbia in un certo qual modo segnato e abbia condizionato gli argomenti che andrà a trattare nei suoi film.
Non a caso infatti l'opera prima di Wicki sarà "Il ponte" (Die Brücke), un duro atto d'accusa contro la guerra e in particolare contro la retorica nazista. Bernard Wicki dirigerà anche alcune scene de "Il giorno più lungo" (le parti tedesche); ma andando ancora oltre arriviamo alla pellicola che più ci interessa: "I morituri", un ottimo film d'azione a sfondo bellico, con in più un chiaro messaggio pacifista e antimilitarista di fondo.
Su sceneggiatura di Daniel Taradash, il quale si basa su un romanzo di Werner Jörg Lüddecke, Wicki dirige un film teso e incalzante, servendosi con perizia dell'ambientazione opprimente e claustrofobica della nave, a bordo della quale si svolge l'intera vicenda. Il tema dell'infiltrato non era certo nuovo al cinema, ma viene sfruttato abilmente e senza facili schematismi. La seconda parte del film, più improntata all'azione vera e propria, a detta di alcuni critici non manterrebbe le promettenti aspettative iniziali, risultando piuttosto banale, e ciò a discapito dell'esito complessivo dell'opera; ma in realtà si tratta di un osservazione piuttosto fuori luogo, dal momento che la sceneggiatura riserva parecchie invenzioni drammatiche tutt'altro che scontate, come l'uccisione a sangue freddo della ragazza ebrea oppure l'atteggiamento poco nobile dei prigionieri americani.
Eccellente la performance di Marlon Brando, carismatico ma mai sopra le righe; non gli è da meno l'ottimo Yul Brynner, anche se lo spazio dedicatogli è minore rispetto a quello concesso a Brando e di conseguenza il suo personaggio risulta un po' meno approfondito. Fondamentale comunque anche il contributo degli interpreti nei ruoli secondari, tra i quali ricordiamo Hans Christian Blech e Martin Benrath. L'attore britannico Trevor Howard invece appare solo per una manciata di minuti all'inizio del film.
L'ottima fotografia è di Conrad L. Hall, le musiche, calzanti, sono di Jerry Goldsmith.
Il titolo, come spiegato all'inizio del film, fa riferimento alla frase che i gladiatori romani pronunciavano rivolti all'imperatore prima dei combattimenti ("Ave, Caesar, morituri te salutant").
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davvero bello,grazie del tuo commento sempre utile...
Grazie a te Ezio!
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