Regia di Sandro Franchina vedi scheda film
A metà tra il protagonista de "La noia" di Moravia ed un Dilinger in salsa autolesionista, uno scultore che non vuole rassegnarsi a "morire gratis" (senza cioè una dipartita che non sia eclatante e con qualche significato) passa da un'esperienza all'altra giocando a rimpiattino con la morte, cercando così di esorcizzare un'esistenza nichilista che più che attrarlo sembra avvolgerlo e annientarlo. Un film particolare, sicuramente non impeccabile ma con un fascino che resiste ad oltre cinquanta anni di distanza, quel fascino delle opere quasi sperimentali (in questo caso opera prima, ed unica, di un regista che fu un'autentica meteora nel mondo cinematografico). La formula del road-movie, che non può non rimandare a quel "Il sorpasso" di sette anni prima, si stempera presto in un lento e progressivo cupio dissolvi, nel cercare "alla Vasco Rossi" un senso ad una vita che un senso non ce l'ha. Peccato che questo giovane regista non ci abbia comunque regalato altre opere (che non fossero documentari) perchè sarebbe stato interessante vederne l'evoluzione stilistica dopo un esordio così particolare.
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