Regia di Sandro Franchina vedi scheda film
a roma ad una festa due artisti litigano sul come e il perchè, apparentemente del tutto casuale, ad uno sta andando bene e all'altro no. "solo perchè a me mi comprano e a te no, tutto qui...." ed è tutta una questione di compra-vendita. l'attenzione è tutta su una copia della lupa capitolina con all'interno un registratore che parla. viene avvicinanto da un tizio che si dice interessato alla scultura, salvo poi infilare un pacco sospetto all'interno della scultura per riprenderla a parigi, la destinazione della scultura e della droga. l'artista parte in macchina e sarà un viaggio lungo, pieno di soste e di incontri con uomini e donne che non incideranno minimamente e anzi non faranno che prolungare l'arrivo a destinazione della scultura che è solamente l'involucro per ciò che realmente si sta aspettando. l'artista, ottimamente intepretato da franco angeli doppiato per rendere meglio l'antipatia e la distanza, è un aggressivo stronzetto che si riveste di antipatia per proteggersi da un mondo che sente avverso. se tutto il suo dannarsi artisticamente serve esclusivamente per fare da mulo per il sollazzo di ricchi bohemiens artistoidi bisognosi di droga, allora prolungare il viaggio serve solo per affondare nella crudele realtà. la colonna sonora è quasi esclusivamente composta da brani di musica classica che cozzano sia con la fotografia molto contrastata(ma anche dagli abiti quasi tutti o bianchi o neri), ma anche con quella che avrebbe dovuto essere la sua colonna sonora e cioè una partitura jazz. quella che ci si sarebbe aspettati. il contrasto è molto sentito anche per il finale che continua a rimandare che non potrà essere rimandato all'infinito. michelle, karen blanguernon, un altro essere che sembra vagare senza meta, alla fine dice che non lo lascerà finchè non riuscirà a capirlo, ma inutilmente. il diritto dell'uomo di essere retribuito il giusto per il lavoro sporco che ha fatto con la copertura dell'artista, sbatterà contro interessi della malavita. morire gratis è ciò che gli spetta, poichè è ciò che paventa dice partendo da roma l'unico posto in cui si sente vivo e a cui si sente di appartenere. un film che non da speranze, accompagnato da una musica lieve e rilassante che però è anche l'accompagnamento ad un viaggio senza ritorno di un disperato senza futuro. un film particolare e strano che rivisto a distanza di anni non ha fatto che migliorare, nonostante il suo pessimismo e nichilismo un pò datato, ma per questo affascinante.
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