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Le nevi del Kilimangiaro

Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film

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La recensione su Le nevi del Kilimangiaro

di FilmTv Rivista
8 stelle

La Storia del Cinema ha inizio documentando la coscienza di classe con L’uscita dalle officine Lumière. Lo rievoca implicitamente Robert Guédiguian quando dice: «In quelle grosse realtà industriali che ancora c’erano in Francia negli anni 70 e 80, in cui tremila operai uscivano insieme da una stessa fabbrica, la coscienza di classe non era soltanto possibile, era visibile». Ma il regista parla al passato e aggiunge: «Uno dei problemi più seri della società odierna è che non si può nemmeno più parlare di “classe operaia”, è per questo che parlo di “povera gente”. Eppure, la coscienza di far parte della “povera gente” non esiste». Come adattare allora alla nostra realtà il poema in dodici parti La povera gente di Victor Hugo e il suo atto di generosità finale? Attraverso la storia di Michel, un sindacalista che, costretto a un accordo sul taglio di personale, decide di estrarre pubblicamente i nomi degli “esuberati”. Tra i quali il suo, incluso contro il consiglio degli amici. I colleghi decidono di festeggiarlo con una colletta, ma qualche notte dopo il ricavato è rubato nel corso di una violenta irruzione in casa di Michel. Perché si è sempre più ricchi di qualcun altro. Questo spinge l’uomo a cercare giustizia, ma il senso di responsabilità, immediatamente rappresentato da quell’armadietto su cui è attaccato un adesivo dell’Uomo Ragno, lo porterà a essere ben più giusto della legge. Il film di Guédiguian è dunque tanto una descrizione della minima borghesia e dei suoi privilegi rispetto ai giovani precari o disadattati, tanto una commedia sull’eroismo, dove Michel e la moglie agiscono secondo un’etica irreprensibile, senza mai però trasformarsi in macchiette dal buonismo facile e senza prezzo. Il regista si affida al solito e solido affiatato gruppo di attori e all’ambiente umano e urbano dell’Estaque di Marsiglia, mantenendo miracolosamente un registro tra dramma e commedia e danzando con leggerezza e commozione sopra i limiti dell’opera a tema. Le nevi del Kilimangiaro (dalla canzone omonima di Pascal Danel), presentato in Un Certain Regard a Cannes 2011, non è forse il film più bello dell’anno, ma è probabilmente il più importante.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 48 del 2011

Autore: Andrea Fornasiero

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