Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film
Parente molto intimo di quella meraviglia che è MIRACOLO A LE HAVRE il film di Guediguian ti prende per mano e ti rassicura in un alveo quasi amniotico proteggendoti dalle perfide malvagità di questa epoca maledetta e dannata. L'artiglio finanziario che sta stritolando la gola di milioni di persone portandole a scagliarsi le une contro le altre in una lotta di classe che non ha classe. Il giovane silurato e senza lavoro disprezza le "ricchezze" del quasi pensionato, cassintegrato anch'esso, che quelle "ricchezze" se le è create con decadi di lavoro, fatiche ed estenuanti lotte (magari non sempre attentamente oculate). Ma nonostante le acque siano limacciose Guediguian ci dice che una scintilla di speranza deve esserci, semplicemente perchè può esserci. Dipende solo dalle persone e da nient'altro. Una certezza la sua che contagia lo spettatore e lo porta, mediante il profondo coinvolgimento degli attori, a propagarsi inesorabilmente come l'arrivo della primavera dopo una seppur lunga e rigidissima stagione invernale. Ed è proprio ripensando alle parole del giovane che va a trovare prima della carcerazione - che gli rinfaccia errori nella contrattazione sindacale - che Michel ripensa e si pente della sua denuncia, nonostante i maltrattamenti subiti durante la rapina a mano armata subita in casa. Bisogna non farsi sopraffarre dal risentimento di vendetta per non richiamare quell'istintuale sentimento di rabbia che oscura la mente e ci rende violenti e ferini gli uni contro gli altri.
Attori in stato di grazia, con un Jean-pierre Darroussin e una Arianne Ascaride che andrebbero presi come emblema per una bandiera sull'umanità ai tempi della crisi.
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