Regia di Pierre Schöller vedi scheda film
Il ministro somiglia un po' a certo cinema italiano del filone - per così dire - politico di matrice morettiana (dal Portaborse al Caimano fino ad Habemus papam), fino al Divo di Sorrentino.
Il film entra nel merito della politica di altissimo livello - il protagonista, un ottimo Olivier Gourmet, interpreta il ruolo di un ministro dei trasporti del governo francese - con i rapporti simbiotici e conflittuali con i collaboratori, gli screzi con i colleghi di governo, le comparsate in TV e le dichiarazioni alla stampa, i cambi repentini di indirizzo politico e le dichiarazioni fondamentali che vengono cancellate all'ultimo momento.
L'esercizio dello Stato sembra qui un gioco fine a sé stesso, il cui scopo è la conservazione non soltanto della poltrona, ma persino del proprio deretano, sull'altare del quale possono essere sacrificate anche le migliori intenzioni.
Sono molti i momenti essenziali del film, la maggior parte dei quali mette in evidenza l'incolmabile distanza tra la politica con i suoi riti e i problemi quotidiani dei cittadini reali. Il regista scava per dare risalto a questo solco anche con qualche azzeccato sbaffo surreale. (5 febbraio 2017)
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