Regia di Andrej Zvyagintsev vedi scheda film
SPOILER PESANTI. Chi ha scorso la mia lista dei magnifici film avrà di certo percepito il mio gradimento per questo regista russo dal nome impronunciabile. E’ il regista che, per quanto ho potuto vedere sino ad oggi, riesce meglio ad equilibrare immagini sempre di alto livello (non dimentichiamoci che il cinema E’ immagine) e contenuti, anche se da molti è accusato di essere eccessivamente formalista e autoreferenziale. Elena è forse il suo miglior film anche se devo ancora vedere Izgnanie che prima o dopo devo decidermi di sottotitolare. Elena è a mio parere un film completo: ha una fotografia impeccabile, rigorosa, fredda e allo stesso tempo espressiva. Krichman è un genio. La colonna sonora non è da meno con quei contrabbassi angoscianti e martellanti. I dialoghi sono stringati lasciando all’espressività degli attori e all’efficacia delle riprese la comunicazione con lo spettatore. A titolo di esempio il lungo e silenzioso risveglio della protagonista comunica da solo la qualità del rapporto matrimoniale. La trama è violenta: moralmente. E’ la probabile espressione della Russia emergente, delle contraddizioni, delle centrali nucleari incombenti, dei quartieri-alveare malfamati e della recente imprenditoria e non (nel caso del film) che viaggia in Audi e frequenta le palestre più esclusive contrapponendo a tutto ciò una mandria di inetti che divoreranno ben presto quanto ha delittuosamente ereditato la madre. Non a caso il film apre con un’alba e chiude con la stessa inquadratura all’imbrunire. Elena; una madre “accecata” dall’amore per il figlio; un fallito ed uno stupido “inseminator” e nonna di un nipote delinquente buono a nulla come il padre. Elena che non si capacità del fatto che tutti gli averi del marito sposato in seconde nozze saranno a beneficio di una figlia cinica e ingrata. Elena che infine decide; assumendosi la responsabilità morale e il peso esistenziale di un atto estremo. Infine l’ingiustizia: nelle disparità sociali così evidenti e nella certa impunità di Elena anche a fronte di una troppo sbrigativa indagine che è la sola nota stridente rispetto alla circostanziata realtà sociale documentata dal film (sarebbe bastata un'autopsia per stabilire le vere responsabilità). Elena che rimarrà perciò un’assassina impunita sulla quale nasce il forte sospetto di una scelta opportunista fin da quando decise di frequentare e sposare quel benestante a vantaggio suo e della sua famiglia. In questo sconquassato quadro di decadenza sociale e morale rimane solo l'innocente risveglio del neonato delle inquadrature finali che costituisce l’unica speranza di un domani diverso. Gran bel film.
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