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E ora dove andiamo?

Regia di Nadine Labaki vedi scheda film

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La recensione su E ora dove andiamo?

di supadany
6 stelle

Quattro anni dopo l’exploit di “Caramel” (2007), Nadine Labaki ci riprova con una commedia intelligente che mette di fronte diversità assai più complesse di quelle geografiche (storicamente le più sfruttate), arrivando niente meno che a frapporre, e pure a stretto contatto, musulmani e cristiani in un contesto sempre pronto a deflagrare nella violenza più bieca (ed insensata).

In Libano la tensione tra musulmani e cristiani innonda di sangue le strade, mentre in un piccolo paese le cose sembrano andare in maniera diversa, almeno fino a quando un piccolo incidente fa crescere improvvisamente la tensione tra le parti.

Le donne del villaggio decidono allora di non stare a guardare e di provarle tutte per spostare l’attenzione dei loro uomini su altro, tra provocanti donne russe e dolcetti pieni di droga.

 

 

Il mondo parla sempre più al femminile, che siano le donne a poter cambiare una società che soprattutto gli uomini nel corso degli anni sono riusciti a distruggere anche a latitudini molto diverse tra loro?

Difficile dirlo, facile comunque non pensare troppo roseo, ma almeno godiamocele in questo piacevole film che le vede in prima linea, sentitamente unite laddove gli uomini si dividono.

Opera che si apre e chiude con due processioni, fortemente simboliche, forse fin troppo dichiarate nelle intenzioni, ma in ogni caso adeguate a delimitare tutto il percorso narrativo che nel mezzo si dirama alternando risate generate per lo più dalle situazioni create ad arte dalle donne e riflessioni sullo stato delle cose che sono ovviamente ben più serie.

Certamente le dinamiche sono ben presto chiare e ciò che avviene lungo la narrazione spesso non cambia più di tanto le coordinate, ma ciò detto non mancano affatto scene indicate e ben sviluppate in grado di suscitare distinti stati d’animo.

Un lavoro complessivamente corretto, con alcuni margini di battute un po’ grossolane (del tipo più indicato ad una commedia d’origine vacua), ma anche quel tatto e quella sensibilità (femminile) capace di guardare dentro ad un rapporto universalmente sempre più teso e probabilmente insanabile.

Discreto.

 

Nadine Labaki

Ha un discreto gusto d'insieme, alcune intuizioni molto felici, ma alcuni passaggi lasciano anche a desiderare.

Comunque discreta nel complesso.

Nadine Labaki

Discreta presenza, notevole soprattutto nelle scene più sensuali (che comunque non sono tante, ma pregevoli questo sì senza andare troppo oltre). 

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