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E ora dove andiamo?

Regia di Nadine Labaki vedi scheda film

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La recensione su E ora dove andiamo?

di alan smithee
8 stelle

Questo week end cinematografico e' caratterizzato soprattutto dalla presenza di donne forti e risolute. Dopo la Iron Lady, dopo la Luna de Il sentiero bosniaco, e' ora il turno del Libano della bella, sensuale ed impegnata Labaki. Qui nel suo film le donne salveranno il mondo. Gia' nel suo bel primo film Caramel le donne assumevano un comportamento ben piu' proattivo degli uomini, inerti, ingenui e fin troppo lavativi. Qui le donne (e due preti, uno cristiano e l'altro un imam musulmano) prendono le redini di una situazione che scotta, di un villaggio che ce l'ha messa tutta per mantenersi in pace tra la comunita' musulmana e quella cristiana; un piccolo paesino modello, collegato al mondo da un ponte pericolante dove due ragazzi si prendono cura di passare con il loro sgangherato motorino per andare a vendere per conto di tutti gli abitanti quei quattro prodotti della terra e comprare tutto cio' che la propria organizzazione non riesce a far suo. Ma anche quando il bizzarro sindaco organizza una festa in cima al monte per vedere tutti insieme il sorgere del nuovo millennio con l'unica televisione del villaggio e nell'unico punto di ricezione, inerpicato in cima ad un monte, proprio quando tutto sempra volgere per il meglio ecco che si innesca involontariamente la miccia di un conflitto senza pace e senza soluzione, A meno che le donne non escogitino un elaborato piano che prevede l'intervento di uno scalcinato gruppo di ballerine ucraine, un impasto di farine e pasticche stordenti, il ribaltamento dei propri differenti credo religiosi al fine di dimostrare che le convenzioni e l'ignoranza uccidono e portano solo violenza e devastazione. A farne le spese uno dei poveri ragazzi protagonisti dei commerci del paese. E la domanda sul dove andare che da' titolo al bel film e' una domanda a cui e' impossibile rispondere, se anche una sepoltura, come osserva una delle spogliarelliste ucraine, e' in grado di separare le anime oltre la morte. Nadine Labaki, bella e seducente come la sexy girl Sabrina Salerno degli evanescenti anni '80, riesce anche questa volta, dopo il simpatico e tenero Caramel, a raccontarci una favola che ci fa sorridere spesso, ma ci fa anche riflettere sugli orrori e sulla brutalita' che due religioni tutte umane e per nulla ultraterrene che predicano entrambe l'uguaglianza, arrecano sulle vite di esseri umani in territori di confine tra civilta' diverse e cosi' difficimente amalgamabili.  Una splendida amalgama di donne nero vestite che inscenano una danza nel contempo simbolica e sensuale, tra le strade polverose di una campagna solare ed arida, paradisiaca solo in apparenza ma in realta' insediata di mine dagli effetti devastanti su pascoli ed esseri umani, da' avvio ad una vicenda in cui si sorride di cose serie, ma senza mai vergognarsi e si riflette sulla inguaribile intolleranza e pochezza della razza umana. 

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