Nel 2008 sul set di _Dream_, il regista Kim Ki-duk assiste impotente a un incidente che quasi provoca la morte di un’attrice. L’evento lo segna profondamente e lo spinge di rifugiarsi in una casa abbandonata dove conduce una vita senza agi, a contatto con la natura.
Note
Un'opera autobiografica, girata sotto forma di diario con una telecamera digitale, che segna il ritorno di Kim Ki-duk dopo tre anni di profonda crisi personale e professionale. Un viaggio introspettivo, struggente e narcisistico in cui il regista coreano riflette sull’amore, sulle passioni e sull’odio, sui rapporti fuori e dentro al set, ma soprattutto sul suo cinema. Il grido di dolore di un autore che vuole tornare a lavorare.
Per me è il capolavoro di Kim Ki-duk!Stavolta il regista si lascia alle spalle tutto l'apparato simbolico che francamente, soprattutto nei suoi ultimi lavori, era talmente invasivo che aveva un po' stancato.Finale da urlo!
Nel 2008, durante la rappresentazione di un suicidio sul set di Dream, un incidente rischiò di far finire impiccata l'attrice Lee Na-yeong: il regista Kim Ki-duk, dopo 15 film diretti in 13 anni e con una reputazione internazionale ormai solida, fu colto da un improvviso quanto inesorabile blocco creativo. Quello che nel 2011 decide di ripresentarsi al pubblico per fornire una risposta sui suoi… leggi tutto
Kim Ki Duk è caduto in depressione successivamente a un incidente sul set di Dream (ultimo suo film prima di questo documento filmato) e come afferma lui stesso, non potendo fare film ha deciso di puntarsi la cinepresa addosso ed esprimere,se possibile tutto il male che lo corrode da dentro. Arirang è una lunga autointervista in cui convivono le anime diverse ( e divise) dell'uomo e… leggi tutto
Le prime inquadrature mi hanno fatto pensare al periodo di ritiro spiritualeartistico di Kerouac (v. la prima parte di "Angeli di Desolazione"): Kim Ki-duk è ugualmente disperso nella natura e allo stesso modo vive in maniera molto semplice in una baracca (o in una tenda all'interno della baracca); come Kerouac, si guarda attorno, taglia la legna, accende la stufa, mangia, si ubriaca,…
"Kim Ki-Duk, cosa stai facendo?". La vita non è altro che auto-tortura, sadismo e masochismo, e che Kim Ki-Duk pensasse questo lo sapevamo fin da Seom e ce l'aveva detto chiaro e forte, tanto che ancora quell'amo nella gola raschia le nostre certezze vitali più forte che mai. Con Arirang scopriamo chi è l'uomo che ha lanciato quell'amo, quello di cui tanti dicono "Fa film grezzi", o di…
documentario-diario che si trasforma, o cerca di farlo, in un film di fiction per il desiderio spasmodico di kim ki-duk, di tornare a girare dei films per poter tornare a vivere. per tutto il film l'uomo-regista, inscindibile a quanto pare, non fa che parlare di auto-affermazione che tenta di evolvere in un'auto-distruzione dovuta ad una fortissima depressione che lo ha portato ad esiliarsi in…
Impietoso ed estremo, come tutto il cinema di Kim Ki-duk. Autoreferenziale, come la vita che si accanisce contro se stessa, costruendo con le sue stesse mani il proprio dolore. Un regista ha capito che nei suoi film, a dirigere gli attori non è lui, bensì l’anima più cruda della realtà, e così ha deciso di scappare, ritirandosi nella dura solitudine di un eremitaggio montano. La sua…
Kim Ki-Duk vuota il sacco,e lo fa senza nascondersi dagli altri e sopratutto da se stesso.ARIRANG piu' che un documentario è una seduta psicoanalitica,un viaggio interiore alla ricerca di se stesso poi tramutato dal regista in operazione "furbetta".Nel 2008 durante la lavorazione di "DREAM" un attrice rischia di morire impiccata,viene salvata in extremis dallo stesso Kim Ki-Duk che poi corre a…
Kim Ki Duk è caduto in depressione successivamente a un incidente sul set di Dream (ultimo suo film prima di questo documento filmato) e come afferma lui stesso, non potendo fare film ha deciso di puntarsi la cinepresa addosso ed esprimere,se possibile tutto il male che lo corrode da dentro. Arirang è una lunga autointervista in cui convivono le anime diverse ( e divise) dell'uomo e…
Kim Ki-Duk e' depresso (o almeno lo e' stato. Speriamo che ora sia gia' uscito da questo torpore creativo davvero spiacevole per i suoi fans e per chi apprezza in generale il suo cinema fatto di contrasti tra atmosfere bucoliche di laghetti paradisiaci e carni lacerate, tra prostitute in via di santificazione e angeli custodi redentori, tra fantasie dell'inconscio e la cruda realta' della vita…
Non ho mai pubblicato una playlist dei ‘miei sette film’ di sempre né lo faro mai. Più semplice è la scelta di sette film del 2011 tra quelli che elenco, eppure ‘sofferta’. Premetto che non ho visto Faust di…
Con l'avvicinarsi della fine dell'anno, è abitudine delle grandi testate o redazioni stilare una speciale classifica che ripercorra il meglio dei 365… segue
Nel 2008, durante la rappresentazione di un suicidio sul set di Dream, un incidente rischiò di far finire impiccata l'attrice Lee Na-yeong: il regista Kim Ki-duk, dopo 15 film diretti in 13 anni e con una reputazione internazionale ormai solida, fu colto da un improvviso quanto inesorabile blocco creativo. Quello che nel 2011 decide di ripresentarsi al pubblico per fornire una risposta sui suoi…
In attesa dell'assegnazione dei premi del concorso ufficiale, oggi sono stati ufficializzati tutti i vincitori delle sezioni collaterali e anticipati i due… segue
Cinema cannibale, che si nutre di se stesso. Cinema che racconta il cinema, che mostra il cinema, che mostra il farsi del cinema. Storie contenute dentro a storie che parlano di storie che si riferiscono a storie....…
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Commenti (1) vedi tutti
Per me è il capolavoro di Kim Ki-duk!Stavolta il regista si lascia alle spalle tutto l'apparato simbolico che francamente, soprattutto nei suoi ultimi lavori, era talmente invasivo che aveva un po' stancato.Finale da urlo!
commento di gigilapeste40