Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Un primato ce l'ha: e' stato sicuramente il film che ha mietuto piu' vittime al festival di Cannes, sia dentro che fuori lo schermo. Al primo accenno di sangue (ad una quarantina di minuti dall'inizio) se ne e' andato il primo gruppo di circa 30 spettatori (sparsi per tutta la galleria, quindi non si erano organizzati...). Penso che alla fine del film fosse presente poco piu' di quattro quinti del pubblico. Dico io, se vai a vedere un film che si intitola "Harakiri", ci sono buone probabilita' che assisterai al suicido rituale di un samurai, non ti si puo' improvvisamente sconvolgere e abbandonare la sala sdegnati... Soddisfato lo sfogo, parliamo di questo bel filmone realizzato all'insegna dell'inuitilita'. Prima di tutto e' un remake: non ho visto l'originale, ma credo che abbia aggiunto poco ad esso come poco ha aggiunto a tutto il filone cinematografico sui samurai, il loro onore, il loro ogoglio, il loro coraggio, e bla bla bla... A livello registico non c'e' niente da dire (nel bene e nel male), lo stile e' abbastanza semplice, corretto ma non sorprendente (infatti Miike non e' noto tanto per la forma quanto per i contenuti, spesso splatter). La storia si sviluppa come detta la tradizione orientale: attraverso lunghissimi flashback strutturati a matriosca secondo una costruzione per nulla complessa, bensi' quasi didascalica. Forse e' a causa della distanza culturale (ma basta di scaricare la colpa sulla distanza culturale!), ma l'immedesimazione con i personaggi e' totalmente assente, non si prova la minima simpatia per il protagonista (che si definisce onorevole, ma in realta' e' orgolioso e testardo) che sembra contraddire apertamente gli intenti del film (criticare la futilita' dell' "onore" dei samurai). Infine l'ultima inutilita': il 3D! Bello, carino, fatto bene... ma totalmente superfluo! Non c'e' alcun effetto attrazionale o motivazione narratavia che giustifichi la sua presenza! Quindi: "Takashi Miike, bel film, ma dimmi: Perche' hai scelto di fare questo film piuttosto che andarti a prendere un banana split? Inizi ad essere vecchioto, dovresti selezionare meglio le sceneggiature da realizzare...".
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L'ultima tua frase fila esattamente come la mia idea di Miike, che però, giovane o vecchio è probabilmente il più ridicolo e penoso regista del Sol Levante degli ultimi 30 anni. Non so quanto cinema giapponese tu abbia masticato dagli Anni Trenta ad oggi Tato88, ma fidati, il capolavoro di Kobayashi ha molto ma molto di più. Non è tanto la maledizione del remake a rendere i film rifatti minori rispetto agli originali, perchè non sempre ciò avviene, però, c'è da dire un'altra cosa: dovrebbe essere vietato produrre remake ridicoli come questo di capolavori come quello. Perchè dare alle nuove generazioni un'idea mediocre della figura del samurai come Miike ha perpetrato per quasi tutta la filmografia. Miike è un regista giapponese che fa cinema americano di serieB. 3/4 dei suoi contemporanei connazionali producono grandi film d'autore sia drammatici, che epici, erotici, commedie, thriller, azione e via dicendo, lui invece punta all'idiozia, e spesso ci riesce molto bene. In conclusione ti rispondo ad una cosa che hai scritto : "non ho visto l'originale, ma credo che abbia aggiunto poco ad esso come poco ha aggiunto a tutto il filone cinematografico sui samurai, il loro onore, il loro ogoglio, il loro coraggio, e bla bla bla... " bla bla bla? Mah, non so davvero cosa tu realmente sappia di storia feudale giapponese a questo punto. Penso nulla, e se nulla t'importa di storia feudale giapponese, lascia stare i samurai, te lo consiglio da amico. La loro è una cultura profonda che per essere compresa dev'essere almeno in parte studiata o per lo meno approfondita, non sarà di certo il cinema di Miike una buona fonte storiografica del guerriero nipponico. Datti un'occhiata all'Heike Monogatari e alla Genpei kassen, oltre che alla guerra di Sekigahara, e allora capirai cos'è il samurai. Leggiti di Takeru Yamato, Masashige Kusunoki, Minamoto no Yoshitsune, Miyamoto Musashi e Yukio Mishima poi ne riparliamo.
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