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The Artist

Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film

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La recensione su The Artist

di scandoniano
8 stelle

Un film del 2011 in bianco e nero e muto? Perché? È l’azzardo di Michel Hazanavicius. Un esperimento che, a prescindere dalla bontà del progetto, ha trionfato agli Oscar del 2012, a discapito di film del calibro di “Hugo Cabret”. Quello di Hazanavicius è un omaggio passionale al cinema dell’epoca del muto, tanto che addirittura anche la velocità con cui si susseguono i fotogrammi è quella tipica di quegli anni, ossia leggermente accelerata (per via della differenziazione tra il numero di fotogrammi con cui si riprende e quello con cui si riproduce la pellicola). “The artist” è un omaggio a tutto il cinema della golden age hollywoodiana, quella del divismo e dello star system, tanto che sono innumerevoli i film citati direttamente o indirettamente, da “Cantando sotto la pioggia” a “Quarto potere”, da “Viale del tramonto” a molti tratti della filmografia di Chaplin.

Peculiari le interpretazioni di Jean Dujardin e Bèrènice Bejo, i protagonisti, così come le ottime musiche, variegate ed appropriate al punto da far passare quasi inosservata l’assenza di dialoghi. Spettacolare oltremodo il ruolo del cagnolino che segue fedelmente il personaggio di George Valentin. Buona la scrittura, seppur non originalissima (tanti, troppi i cliché ripresi dal cinema classico), ma di certo efficace.

Rimane l’interrogativo di fondo, per cui le teorie possibili sono 2: o Hazanavicius e compagnia, conosciuti ma non troppo in patria, hanno voluto creare il più estremo esercizio di stile per mostrare al mondo il proprio talento, oppure il tentativo è quello di dare ad intendere che una buona sceneggiatura ed attori capaci sono e saranno sempre gli elementi portanti di un buon film… Nel dubbio, a prescindere dalle motivazioni, rimane un film godibile e meritevole.

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