Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film
Nonostante i numerosi premi ricevuti, tra cui l'Oscar come miglior film, l'ho trovato sì gradevole ma non eccezionale, anzi a tratti anche noiosetto.
Coraggioso, ambizioso e provocatorio nella scelta del bianco e nero e del muto in un panorama cinematografico contemporaneo che vede il trionfo dei colori e degli effetti speciali, è un omaggio affettuoso e nostalgico al passato e alla bravura dei grandi attori che facevano davvero i film, aiutati quasi esclusivamente dalla loro bravura.
Nel contempo vi si può leggere una riflessione sulla volubilità del pubblico e sul suo continuo desiderio di novità, tanto nei prodotti quanto nei volti e nei contenuti; ad uscirne sconfitti sono anche gli attori che, gelosi del proprio passato, non sono diposti a rinnovarsi, e non adattandosi ai cambiamenti vengono relegati ai margini dello star system.
La trama è dunque assai semplice, ruotando esclusivamente sulle vicissitudini di un attore, star del cinema muto, che per orgoglio rifiuta di recitare nei nuovi film col sonoro, ma è sorretta dalle brillanti interpretazioni del duo di attori protagonisti, il francese Jean Dujardin (premiato anche lui con l'Oscar), simpatico e smargiasso, e la bella argentina Berenice Bejo che ad un certo punto gli ruba la scena con la sua radiosità e naturalezza.
A mio parere di quest'ultima si sentirà ancora parlare.
Indispensabile ma non memorabile.
Si rifà molto allo stile dei registi dell'epoca in cui il film è ambientato, alcune idee sebbene semplici colpiscono, altre scorrono senza lasciare nulla.
Bravo, ma oscurato dalla partner femminile.
Adorabile e spigliata, risulta molto naturale.
Bravo.
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