Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film
Bello ma, allo stesso tempo, anche furbo film francese sul 'traumatico' passaggio dal muto al sonoro ambientato negli Studios americani.
Michel Hazanavicius prende a piene mani da classici come 'Cantando sotto la pioggia', (il passaggio dai silent film ai talkies) ''E' nata una stella', (caduta di una star e susseguente ascesa di un'altra, grazie al suo contributo) 'Viale del tramonto' (oblio e decadenza di un divo), girando indubbiamente un bel film ma che, comunque, non arriva ai vertici dei capolavori a cui si ispira.
Le scene da ricordare non mancano: dal sogno felliniano dove il protagonista sente i rumori, all'attacco in cui, film nel film, Valentin (Jean Dujardin) dice: 'Non parlerò, non dirò una sola parola', fino agli espedienti - puramente visivi - che sottolineano il declino di lui (un giornale con il suo nome calpestato da un passante) e la contemporanea scalata ai vertici dello star system di Peppy (il suo nome sempre più in alto nei credits dei film) fino al balletto finale concluso con il fiatone dei due attori (certo che Ginger e Fred erano un'altra cosa!) e la macchina da presa che, allontanandosi, svela la finzione all'interno dell'altra.
Tutte questi elementi positivi - non mancano alcuni momenti di stanca - sono tutti ad un livello sottostante dei predecessori che si vogliono via via omaggiare.
Anche il bravo e compiaciuto Jean Dujardin è un puzzle di molti altri attori e personaggi: se nel fisico e nella iniziale spavalderia ricorda Clark Gable e Douglas Fairbanks, nella seconda parte sembra più una Norma Desmond al maschile, così cocciutamente ancorato ai suoi film del passato che nessuno vuole vedere e che lui si proietta a casa propria.
Nel complesso quindi, un'opera che, più per meriti intrinseci, spero servirà di riflesso a far riscoprire a molti giovani cinefili alcune perle di un'epoca del cinema purtroppo in gran parte sconosciuta.
Voto: 7/8.
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