Regia di Wilson Yip vedi scheda film
Il film ricorda i consimili anni '70, targati Hong Kong, giustamente derisi da un certo cinema demenziale americano per il loro carattere costantemente sopra-le righe.
Non ha quasi nulla di biografico, ma è una carrellata di assurdità marziali buone solo per chi ha bisogno di crederci, o semplicemente lo vuole fare. In questo, qualunque "Tartarughe Ninjia" gode del medesimo status di credibilità.
La mitizzazione di un caposcuola (peraltro fisicamente diversissimo dal ben più robusto attore che lo interpreta) fa bene solo ai cultori di leggende.
La trama. Del film o del tentativo di biografia? Perché sono due cose diverse. Come film, si può accettare tutto; come biografia, non ne va accettato niente. Un'occasione perduta di fare una seria e credibile ricostruzione e invece un tuffo nelle frasi fatte, negli scontri impossibili, nel concetto orientale di "onore" così come viene - distortamente - percepito in Occidente.
Un "operatore commerciale" di scuola cinese, che conosce bene il mestiere di vendere l'inesistente.
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