Regia di John Old jr. (Lamberto Bava) vedi scheda film
Peccato, poteva essere un discreto lavoro e, invece, si salva solo in extremis, grazie a una serie di buonissime sequenze. Lo script (Sacchetti-Bava) scricchiola in vari punti, snocciolando banalità (vedi la scena in cui la D’Obici chiede al suo assistente quanti uxoricidi ci siano stati in Italia e questo le risponde al volo), buchi narrativi e qualche presa di giro per lo spettatore (su tutte, vedi la visione che ha la D’Obici). La pecca maggiore, però, è lo scarso mordente nello sviluppo “narrativo”. Si è puntato tutto sulla messa in scena, piuttosto che creare un intreccio capace di rapire l’attenzione dello spettatore. Inverosimile la caratterizzazione dell’assassino.
Numerose e palesi le citazioni a Dario Argento, sia dal punto di vista contenutistico (“L’Uccello dalle piume di cristallo”) che da quello delle inquadrature. Bava Jr. si impegna particolarmente nelle scene topiche e ottiene degli ottimi risultati (molto bella la sequenza ambientata nel teatro), purtroppo penalizzati dalle imbarazzanti interpretazioni e dal pessimo doppiaggio. Nel cast artistico si salvano solo Malco e l’attore che interpreta il suo collega.
Colonna sonora sufficiente, fotografia altalenante. Nel complesso, si tratta di uno dei thriller più riusciti del discontinuo Lamberto Bava, che, con un maggiore impegno nel redigiere la sceneggiatura e nello scegliere il cast artistico, avrebbe potuto confezionare uno dei suoi migliori lavori. Solo per i fanatici di spaghetti thriller. Voto: 6=
Bisonga rendere più intricato e più corposo lo script (magari tagliando qualche assassinio o alcune sequenze inutili, vedi quella in cui l'assassino cancella un file da un PC). Eliminare alcune cadute di stile e qualche scena volta a sviare in modo disonesto lo spettatore. Migliorare i doppiaggi e cambiare almeno tre attori principali.
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