Regia di Bouli Lanners vedi scheda film
Visto Un'estate da giganti, film sostanzialmente belga, direi che opere del genere andrebbero lasciate fare agli americani, che le sanno fare meglio, perché hanno una tradizione letteraria e cinematografica alle spalle, nonché spazi, luci e volti adatti. Questo di Bouli Lanners è un film che sembra svolgersi tra un'aia e la riva di un fiume e si capisce che, qualora dovesse essere interpretato come un road movie, gli manca la dimensione spaziale e quindi spettacolare. Se poi è da vedersi come un romanzo di formazione, mancano davvero gli sviluppi dei personaggi, così come la vita dei tre ragazzini sembra svolgersi in un vuoto pneumatico ed incrociato di istituzioni familiari, sociali e volontaristiche, che nel Belgio di oggi, sebbene in zona rurale, appare poco credibile. In altri casi, si sarebbero almeno lodati i ragazzi che interpretano i ruoli principali, ma qui non mi sembra che ce ne sia materia. Forse Lanners ha voluto solo raccontare una storia particolare di assenze, riguardante gente assai particolare: e allora mi sento di dire che alla fine lascia il tempo che trova.
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