Regia di Bouli Lanners vedi scheda film
L’assenza dei genitori genera vuoti abissali di educazione ed affetto.
E questo vuoto pervade lo schermo.
Sulla carta Un'estate da giganti avrebbe dovuto suscitare un certo interesse ed invece l’esilissima sceneggiatura (pazuzu) sciupa le interessanti potenzialità del film e lo degrada ad un livello di totale futilità. Non tanto perché descrive l’inanità assiologia (ma quasi inevitabile) di un frammento generazione abbandonato a sé stesso, ma perché non immortala nessun barlume di tensione evolutiva. Si presenta come un racconto di formazione, ma alla fine della fiera si constata che non si è fatto alcun progresso, anzi.
Un film, dunque, senza né capo né coda.
Si salva solo la bella fotografia e l’eccellente prova attoriale dei tre giovani protagonisti. Decisamente poco, comunque.
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