Regia di Bouli Lanners vedi scheda film
I buoni spunti, le buone idee non mancavano. Una buona regia e un interessante “scenario”, ma anche (e soprattutto) la (felice) frequentazione di Bouli Lanners con registi come Benoît Delépine, del quale si ritrovano qui non poche impronte (Luoise Michelle, Mammuth), avrebbe fatto di questa storia minimale e spigliata sicuramente un buon film. Se non che (a parte il solito, maledetto doppiaggio italiano, che-dio-stramaledica-tutti i ragazzini d’Italia che invece di mandarli a scuola li fanno lavorare per il cinema!!!), l’eccessivo indugiare statico su quei tre volti di adolescenti non propriamente azzeccati (mi riservo però la visione in lingua originale), i tempi a tratti morti, congelati in noiosi e ripetitivi primi piani, inficiano un po’ tutto il lavoro. Azzeccato peraltro, invece, nelle sue “appendici”: i personaggi collaterali, ad esempio (il mostro, il cattivone, la “fata turchina”), e la loro stessa iterazione nella storia sono, per essenzialità ed efficacia, insieme all’accompagnamento musicale al tempo stesso pretenzioso e discreto, buoni punti a favore, come peraltro l’ottima fotografia (peccato, almeno nella sala da me frequentata, la visione in DVD di non buona qualità…. Che per un sostenitore accanito cone me dello switch-off dal cinema in pellicola al tutto-digitale è qualcosa su cui fermarsi a riflettere…). Forse targhettizzato male, probabilmente il film strizza troppo l’occhio ai quindicenni, cercando di inscenare la storia di tre giovani giganti, ma finendo per deludere sicuramente l’errato target e in parte anche i fuori target. Comunque un film in linea di massima gradevole.
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