Regia di Karl Markovics vedi scheda film
Atmen, in lingua originale, significa "respiro, respirando" ed è proprio l'aria, alla lunga, che manca a questo film importante e impegnativo, dell'austriaco Markovics, che finirà candidato agli Oscar, per l'Austria, nel 2012. E' probabilmente un senso d'oppressione cercato e voluto, che ha il suo punto luce proprio nella scena della piscina, rappresentata anche sulla locandina. Roman è un orfano appena maggiorenne, che si trova in riformatorio per un assassinio maturato proprio in orfanotrofio e ha conquistato il diritto al lavoro extra carcerario ma, guarda caso, è ancora la morte ad accompagnarlo, venendo affidato ad un'agenzia di pompe funebri di Vienna. Proprio facendo un lavoro scomodo e opprimente, viene a sapere della madre e nasce in lui il desiderio di ritrovarla, nella speranza, miracolosa, di un nuovo inizio. Qui mi fermo, per non svelare il proseguo di una storia comunque a svolgimento lento e a tratti noioso, dove spiccano la bravura del protagonista e una Vienna notturna e livida, fotografata molto bene. Pellicola cupa, quindi, ma che pulsa di un sangue nero, arterioso e profondo, che in un'atmosfera plumbea spinge il protagonista verso un finale aperto e anche, in qualche modo, incline alla speranza. Non del tutto riuscito ma interessante.
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