Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
L’amore, la passione, quando arrivano vanno prese al volo. Poco importa se bisogna dividerseli. I due fratelli Clement, il maggiore, duro e appena mollato dalla fidanzata, e Nicolas, il minore, ancora in preda ai deliri adolescenziali, decidono di intraprendere un viaggio verso il mare, per dimenticare i dispiaceri, ritrovare la tranquillità e raggiungere la propria madre. Ma la sera prima della partenza, Nicolas si imbatte nella bella Pauline, una ragazza dolce e misteriosa in cerca di qualcuno che si prenda cura di lei. Contro l’opinione di Clement, anche lei parte per questo viaggio on the road, durante il quale entrambi i fratelli se ne innamorano. E a alla ragazza non dispiacerà affatto…
Solo Patrice Leconte poteva donare dignità, gentilezza, serietà ad un plot come questo. Con una leggerezza sublime, un’ironia costante e mai forzata, colori vivaci e sentimenti tangibili, Voir La Mer (uscito in Francia a inizio maggio e presentato fuori concorso al Taormina Film Fest 2011) compie il miracolo e mette in scena una passione giovanile proibita rendendola l’esperienza più semplice e soprattuttoaccettabile del mondo. Contro i benpensanti, contro il banal costume. Voir la mer è un film da cui lasciarsi trasportare col sorriso, in cui immedesimarsi, con cui confrontarsi. Per quasi tutta la sua durata, il film si mantiene prodigiosamente in bilico tra una visione quasi fanciullesca dell’amore e una sensualità accattivante e provocatoria. Solo nel finale, purtroppo, mostra alcune insicurezze. Quando la tragedia si insinua nel menage a trois, Leconte sembra non saper più chiudere la storia, incespica in vari finalini confusi salvo poi decidere di lasciare il tutto aperto alle interpretazioni di ognuno. Peccato: senza queste indecisioni conclusive, il film sarebbe potuto finire mantenendosi ugualmente spensierato, gioioso, sognatore.
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