Regia di Michael Zampino vedi scheda film
Bruno (Alessandro Roja, il Dandi del televisivo Romanzo criminale. La serie) eredita dal babbo una bella casa sull’Appennino. La vicina, una specie di strega, inviperita per non avere ricevuto nulla dal lascito dell’uomo, architetta macabre ritorsioni sul figlio. L’erede è un thriller rurale ben diretto da Michael Zampino, che firma la sceneggiatura insieme a Ugo Chiti, importante commediografo, autore teatrale e cinematografico con nel curriculum “cosette” tipo L’imbalsamatore di Matteo Garrone o La pecora nera di Ascanio Celestini. Con una specie di procedimento narrativo a spirale, il povero Bruno viene inghiottito sequenza dopo sequenza in un contesto che passa dal bucolico/edificante al mostruoso/fiabesco, dove anche gli esseri umani hanno un che di misterioso e animalesco. La risoluzione della commedia nera si avvicina alla parabola morale (la storia horror è stata per Bruno una fase catartica, dopo la quale si sarà liberato del “peso” dell’ingombrante padre), forse con eccesso di programmaticità. Proprio questo risvolto è la parte debole del film, che fuori dalla dimensione meramente psicologica trova invece il suo punto di forza nell’incontro scontro tra l’uomo di città e la regressione alla quale costringono gli elementi naturali. Compresa la strega, interpretata dall’ottima Guia Jelo. Nel solco della new wave fantastica italiana, un esordio interessante.
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