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Underwater Love

Regia di Shinji Imaoka vedi scheda film

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La recensione su Underwater Love

di UjiOgami
8 stelle

Folle, folle, folle; uno di quei film che non possono che essere prodotti in Giappone (ma qui c’è anche lo zampino tedesco), un pinku-musical-fantasy originalissimo, un inno poetico al nonsense e al grottesco, il tipico film da amare o odiare, uno di quelli che richiedono apertura e flessibilità mentale e, soprattutto,  di sottostare alle sue regole e al suo registro linguistico/narrativo, abbandonandosi a immagini che spiazzano e che, ancora più sorprendentemente, nascondono poesia e bellezza, grazie soprattutto a quel genio della fotografia che è Christopher Doyle, collaboratore abituale di Wong kar-wai nei suoi più grandi capolavori.
E’ anche uno di quei film a cui è ingiusto e piuttosto insensato dare un voto, poichè l’oggettività va accontonata quando ci si pone di fronte ad un’opera nella quale un kappa (il più classico dei “mostri” della mitologia giapponese, metà tartaruga, metà rana) fa l’amore con una vecchia compagna di classe di quando era ancora umano. Questa non è certo la trovata più bizzarra di una sceneggiatura fantasiosa che schiera un Dio della morte hippy e irriverente, sfere anali-salva vita e situazioni grottesche a ripetizione (la scena nella quale il kappa viene “circuito” da una prostituta è esilarante).
La parte musical, poi, è gioiosa e divertita, composta volutamente da motivetti semplicissimi e testi bambineschi (degli Stereo Total) cantando i quali gli attori improvvisano balletti altrettanto elementari, senza nessuna coreografia elaborata, che però sprizzano vitalità e genuinità ad ogni passo. L’unica scena-musical più costruita, nella fabbrica, ricorda inquietantemente Dancer in the dark di Von Trier, mentre il resto è sicuramente più vicino all’altrettanto folle Happiness of the Katakuris di Miike. In tutto ciò la parte più propriamente pinku è il meno, confinata ad una sola scena di sesso tra la protagonista e il suo sfigatissimo aspirante marito, dato che risulta piuttosto difficile considerare erotiche le sucessive scene d’amore “multi-razziale”.

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