Regia di Chan-kyong Park, Chan-wook Park vedi scheda film
Park si conferma grande regista e riesce ad aggiungere qualcosa di sostanzioso al di là del mero superamento della sfida tecnica data dal fatto che il film è tutto girato con un Iphone4. L’impatto iniziale col nuovo formato è disturbante, ma ci si abitua presto e ci si rende conto che la qualità sul grande schermo va al di là delle aspettative. Si può anzi dire che Park sia riuscito a sfruttare a suo favore la limitatezza del mezzo con immagini sgranate e imperfette, soprattutto quelle notturne che riescono ad essere spesso inquietanti. Il film, o meglio il mediometraggio – 33 min. – segue un uomo andare di notte sulle rive di un fiume a pescare, finchè non trova sulla sponda il corpo di una ragazza, scena che mescola bene horror e comicità, la quale inizierà a parlargli della figlia. La pellicola è divisa nettamente in due parti producendo uno spiazzante ribaltamento della prospettiva che conduce ad una seconda parte “sciamanica” suggestiva, soprattutto nell’ultima scena. Park deve chiaramente limitare il suo estetismo ma non mancano comunque trovate geniali e addirittura qualche effetto speciale, realizzati in maniera per forza di cosa artigianale ma con grande inventiva (dove va la vostra attenzione quando il fantasma scompare e riappare? Fateci caso)
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