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One Day

Regia di Lone Scherfig vedi scheda film

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La recensione su One Day

di FilmTv Rivista
6 stelle

L’amore vive nelle ellissi. Nelle frasi non dette, nelle lettere non spedite, nelle distanze fra un bacio e l’altro. Tutto quello che non si può raccontare, se non giustapponendo i brevi momenti che restano. L’amore, forse, è nei tagli di montaggio di One Day, nelle cuciture che tengono insieme la carrellata sulle vite di Emma Morley e Dexter Mayhew. Intrecciano i loro destini nella prima notte da neolaureati e avranno decine di occasioni per accorgersi di amarsi, per dirselo e finalmente vivere l’unione che meritano, ma non ne coglieranno nemmeno una. Per vent’anni, ogni 15 luglio, una finestra si apre sulle loro vite: che siano insieme in quel momento, o sposati con altre persone, o alle prese con i drammi e i successi che si alternano nell’esistenza di ognuno. Un’unione impossibile, segnata dal fato, proprio come quella tra pagina e schermo, quando si ha per le mani un bestseller come Un giorno di David Nicholls (Neri Pozza editore) e solo 107 striminziti minuti per trasformarlo in pellicola. Un libro che stava gridando a gran voce di essere portato al cinema: sia per la qualità squisitamente romantica di una storia d’amore in cui l’amore è il sottotesto mai esplicito di ogni gesto e parola, sia per la vocazione cinematografica dei salaci dialoghi di Nicholls. Che restano la cosa migliore del film, insieme alla bravura e al carisma di Jim Sturgess e Anne Hathaway (talmente bella e brava che può fare anche il brutto anatroccolo dalla sbocciatura tardiva), encomiabili nel dare spessore a due personaggi drammaticamente costretti nei limiti angusti della durata e del genere. Limiti che hanno imbrigliato la danese Lone Scherfig fino quasi ad annullarne la mano: dell’autrice di An Education resta poco più della grazia nel dirigere gli attori. Come Emma e Dexter si sfiorano senza (quasi) mai afferrarsi, così la macchina da presa s’impegna in un corteggiamento eterno e delicato, troppo educato, alla sceneggiatura (firmata dallo stesso Nicholls, che ha abbondantemente sfrondato un romanzo che copre 20 anni nella vita di due persone). La confezione convenzionale (con tanto di lacrimoso pianoforte di commento) soffoca troppe volte l’intelligenza e la sensibilità con cui il film racconta le intersezioni fra due anime: di struggente ci restano le ellissi.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 45 del 2011

Autore: Ilaria Feole

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