Regia di Lone Scherfig vedi scheda film
Pellicola romantica, tratta dal romanzo omonimo di successo di David Nicholls (che ha curato anche la sceneggiatura), che abbraccia parecchie sfumature della vita.
La trasposizione ha alcune problematiche insite nella struttura della storia stessa, avanza alternando passaggi convincenti ed altri che si dimenticano senza troppe difficoltà, il rischio è quello di sentirsi inermi (almeno a tratti), però è anche vero che, per vari motivi, riesce a lasciare alcune buone sensazioni.
E’ il 15 luglio del 1988 quando Emma (Anne Hathaway) e Dexter (Jim Sturgess) si conoscono e per quindici anni si frequenteranno ad intermittenza, diventando amanti da una notte, poi amici.
I due sono profondamente distanti in tutto e per tutto, hanno tempi di maturazione ed esposizione diversi, ma col tempo si troveranno più vicini di quanto avrebbero potuto un tempo pensare.
Storia romantica che alterna amore, amicizia, difficoltà, grandi gioie e grandi dolori, insomma ci sarebbe tutto per offrire un ricco corollario a tutti coloro che amano solleticare le corde più profonde del cuore ed in effetti ce ne è da vedere (e vivere).
Purtroppo nella costruzione della trama vi era un problema di fondo difficile da superare, ovvero coprire circa quindici anni di storia saltando sempre avanti di uno e potendo utilizzare solo pochi minuti per descrivere ogni nuovo spostamento emotivo, affettivo e personale (alla fine i due compioni percorsi umani opposti).
Così quelli che potevano essere momenti topici (penso per esempio alla dichiarazione d’amore eterno o all’incidente) durano esattamente, se non meno, di altri che servono per lo più a riempire un periodo di passaggio, un vero peccato, perché, pur senza sfoderare una fantasia particolare (ma d’altronde, una storia d’amore è una storia d’amore, ne abbiamo viste a bizzeffe ormai), il film riesce a far venire un po’ di pelle d’oca per l’emozione, soprattutto nella seconda parte, mentre la prima è probabilmente più scorrevole, ma anche meno viscerale.
Ad aiutare la partecipazione emotiva aiuta parecchio una sempre brava Anne Hathaway, perfetta per il genere sentimentale, con i suoi occhi da cerbiatta e quella bocca così genuinamente accogliente, Sturgess rimane un po’ soggiogato, mentre la regia è per lo più ordinata, ma non molto personale.
Altro aspetto di supporto che funziona piuttosto bene è la presenza di elementi che scandiscono il trascorrere degli anni come la comparsa del telefonino, e anche per questo fa tenerezza quando verso la fine Emma da il numero di casa e l’indirizzo dei suoi genitori, l’anteprima di “Jurassic park” o la visione de “L’armata delle tenebre” di Raimi.
Alla fine rimane un film confezionato sopra la media (attuale) del genere sentimentale, ma che non riesce a valorizzare appieno un buon personaggio (Emma), descritto bene fin dall’origine, ed una storia universale che avrebbe potuto arrivare ad assuefare completamente l’animo di chi lo guarda.
Intermittente.
Si fa imbrigliare dalla storia faticando nel porre in evidenza i passaggi principali.
Per il resto è una regia ordinata con anche alcuni momenti confezionati con una certa abilità.
Ha una marcia in più e riesce a valorizzare con spontaneità un personaggio già di suo prodigo di empatia.
Impossibile resistere al suo sguardo ed al suo sorriso anche quando deve figurare goffa e acerba.
Decisamente brava.
Fatica a reggere il passo della (brava) compagna di set ed ha un personaggio meno interessante nel complesso, ma anche lui, soprattutto nel finale (nonostante il trucco per renderlo più vecchio e spossato non sia il massimo della vita), riesce ad assestare qualche buon colpo.
Quasi discreto.
Piccola parte (è la mamma di Dexter) espletata con semplice bravura.
Appropriata.
Il palcoscenico qui è riservato ad altri.
Piccolo contributo (è la prima moglie di Dexter) che le fa comunque meritare una sufficienza piena.
Sufficiente.
Ruolo secondario e propriamente non inebriante (ed anche non facile da rendere calzante).
Sufficiente.
Nei panni del padre di Dexter.
Sufficiente.
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