Regia di Asger Leth vedi scheda film
40 carati e' una storia che sarebbe piaciuta molto, almeno in via teorica, al grande Hitchcock: c'e' un innocente accusato ingiustamente che si appende ad un cornicione per dimostrare al mondo la sua totale buona fede; c'e' del marcio pure tra i paladin della legge, rendendo tutta la risoluzione della vicenda piu' complessa del previsto, e c'e' l'elemento "vertigine" che il maestro ha messo al centro di uno dei suoi massimi capolavori, qui davvero palpabile grazie ad effetti speciali che definire realistici e' dire ancora poco. L'intrigo si complica col fatto che Nick, il protagonista, oltre a costituirsi ostaggio di un opinione pubblica che a quel punto pretende davvero delle spiegazioni, cerca nel contempo, via auricolare, dopo una fuga rocambolesca dalle maglie tentacolari della giustizia, di guidare una plateale rapina tecnologica nel caveau del grattacielo fronte al suo cornicione ove è custodito fraudolentemente il gioiello del titolo, del cui furto e' accusato l'ex poliziotto Nick, seguito e poi coadiuvato da una tenace psocologa della polizia che pian piano mette da parte la diffidenza per rendersi conto del diabolico complotto ordito ai danni del povero protagonista. Nel film medio, prevedibile, ma a tratti piuttosto coinvolgente, i buoni sono schematicamente davvero bravi, onesti ed incorruttibili, così come i cattivi sono odiosi, spregevoli come da copione.
Non giova all'originalita' di una pellicola che altro non aspira se non ad essere almeno un furbetto ma tutto sommato onesto blockbuster (e comunque ce ne fossero!!), una confezione un po' troppo di lusso e a tratti sin patinata, che prevede pure (difetto perdonabile) tutine aderenti all'ultima moda che certo non trascurano di valorizzare i migliori "tratti caratteriali" in capo alla bella gnocca di turno (la "notevole" Genesis Rodriguez), ladra per caso e per amore. Evviva il sogno americano!
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