Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Troppe cose si potrebbero dire a proposito di questo ennesimo capolavoro di Chaplin, il capolavoro dell'età matura. "Monsieur Verdoux" è innanzitutto una riflessione, amarissima, sul Novecento "un precipitato di velocità e di confusione", secondo le parole del protagonista. Secondo Giorgio Cremonini (nel Castoro su Chaplin), Verdoux non è Charlot, ma ne rappresenta "la continuazione critica", servendo allo spettatore da cartina di tornasole per elaborare un giudizio su quest'epoca cinica e spietata, della quale bisogna adottare le stesse armi per potersene difendere, come dice Verdoux alla ragazza che aspira a suicidarsi. Ed è necessario che questo personaggio venuto dal nulla (chi potrebbe credere a una reincarnazione di Charlot, fatto scomparire da Chaplin già con "Il Grande dittatore"?), sia eliminato da questa società spietata con un taglio netto, quello della ghigliottina, una volta che egli stesso ha constatato come non vi sia più alcun appiglio che lo trattenga in questa vita. Del resto, Verdoux ha visto un massacro come quello della Grande Guerra, nonché le crisi finanziarie, più cattive e dipendenti dalla mano dell'uomo che non le antiche carestie, e vede nella morte, la sua come quella delle signore che fa fuori con una certa noncuranza, come una vera e propria liberazione. In più, Chaplin gira il film all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, secondo catastrofico conflitto mondiale scoppiato a poco più di vent'anni dal precedente, e non può non constatare come l'omicidio sia considerato tale soltanto quando è praticato su piccola scala: in proporzioni colossali esso è considerato, al contrario, eroismo. Per questa ragione, forse, Chaplin conferisce al suo Verdoux una caratteristica che lo accomuna a Charlot: la simpatia. Né mancano, seppure velati e quasi nascosti dallo sguardo nerissimo del regista, spunti di commedia, come la fuga disperata di Verdoux al matrimonio con Marie Grosnay, i tentativi di omicidio in barca, o gli effetti del veleno sui capelli della domestica di Annabella. (27/08/2007)
Nella Francia degli anni trenta, un ex impiegato di banca, rimasto disoccupato, per mantenere il figlio e la moglie invalida, sposa delle ricche signore di mezza età e le uccide. Indebitato fino al collo a causa di alcuni investimenti divorati dalla crisi finanziaria del periodo, compie un paio di mosse false e si fa scoprire. Venuto a sapere che la moglie e il figlio sono morti si lascia arrestare e ghigliottinare.
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