Regia di Marco Kreuzpaintner vedi scheda film
Fiaba nera dal ritmo lento, spesso troppo "pesante"per un pubblico giovane. A colpire, è soprattutto l'inventiva di alcune immagini, che non sono mera esposizione di effetti speciali, ma possiedono una potenza suggestiva che richiama alla mente le fiabe dei fratelli Grimm o molte antiche leggende medievali.
Una delle possibili chiavi di lettura è sicuramente quella cristiana, dove il mulino, con i suoi cicli di morte eterna ed eterna consumazione dei ragazzi vittime del loro "maestro oscuro", viene infine vinto dall'amore(che è si, l'amore per una ragazza, ma il fatto che l'epifania di luce si verifichi proprio il giorno di Pasqua, potrebbe lasciar intendere una metafora sull'amore di Cristo che conduce fuori dal ciclo della morte e dell'oscurità).
L'addestramento di Krabat nelle arti della magia nera, piuttosto atipico a pensarci bene(l'isolamento di una vita di duro lavoro e castità non ha proprio un'aria diabolica), appare nell'evolversi degli eventi, più una scusa per creare un contesto magico in cui dar vita a visioni e mutazioni fantastiche, che però hanno un senso, se si pensa al mischiamento di sacro-profano che si verifica in molte leggende del passato, e molte fiabe(basti pensare al ciclo arturiano, dove Artù-re cristiano, è aiutato nella sua ascesa da mago Merlino).
Alla fine, tuttavia, che questa sia l'unica chiave di lettura o meno, il messaggio finale non è oscuro o pesante, nè pregno di quel fastidioso oscurantismo medievale che caratterizza le opere filo-cristiane(o forse sarebbe meglio dire filo-cattoliche) degli ultimi tempi, ma è invece un sano incitamento all'amore per le cose terrene(la vita quotidiana, l'amore per una ragazza) e la libertà, un po' come si verifica anche in Harry Potter(sebbene, paradossalmente, il messaggio arrivi attraverso una storia di magia piena di metafore, e non attraverso la sua negazione come in Krabat; ed il discorso sia più generale e laico). In ogni caso, anche senza scorgervi paralleli con la cristianità(ma la croce della madre e l'illuminazione avvenuta durante la Pasqua sembrano elementi sin troppo chiari), il film è di per sè una buona storia, con personaggi umani, un' attenta recitazione(soprattutto quella dei due ragazzi protagonisti), alcune scene squisitamente realizzate(l'abbandono del corpo a Pasqua, la prima trasformazione di Krabat...) ed un messaggio positivo di speranza.
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