Regia di Sandrine Rinaldi vedi scheda film
Un cinema che certamente non sta al gioco commerciale, un medio-metraggio di sessanta minuti, e già da qui la scelta è indirizzata in un maniera ben determinata, la storia di per sé conferma la scelta della regista. Una sala da ballo con musica anni '70/80, con pensieri in libertà e parole pure, un esperimento divertente anche se apparentemente, non si trova il nesso necessario della cucitura della storie proposte, se storie si devono chiamare. Una chiave sperimentale, che giustamente sfrutta un tempo ben determinato che ha fatto il giro di diversi Festival; un genere che ricorda da vicino il cinema di Demy, ma facendo a meno della storia in sé stessa. Un finale, se così si può dire, che ci riporta nella realtà del quotidiano.
Non c'è storia, ma rappresentazione
Viene dalla critica e si vede
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