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Viaggiatori del tempo

Regia di Ib Melchior vedi scheda film

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La recensione su Viaggiatori del tempo

di 0372
6 stelle

Amo molto la fantascienza e apprezzo lo sci-fi vintage in cui le idee ardimentose sono proporzionalmente inverse rispetto alla tecnologia di cui si disponeva all’epoca.

Certo non ci si stropiccia gli occhi per effetti speciali che, oggi, sembrano puerili e ingenui o per ambientazioni posticce e approssimative, ma le idee sottese sono, per me, tuttora attuali e forse anche riprese da film più moderni e assai più celebri.

Se si osserva questo film con lo sguardo contemporaneo, il giudizio non potrà che essere negativo.

Se, invece, si ha la forza immaginifica di ritornare al passato e di indossare degli occhiali vintage allora si potrebbe cogliere l’originalità e l’innovazione di un film, che è invecchiato come la obsoleta tecnologia che rappresenta, ma che, per me, resta valido.

Si entra subito in medias res: tre scienzati, alla presenza di un tecnico un pò fannullone che bighellona per il centro di ricerche, armeggiano con una macchina del tempo: il solito azzardo e si apre una porta spazio/tempo, che trasla i nostri eroi, che incoscienti la attraversano, sempre sulla terra, ma  molto tempo dopo.

Subito, però, si rendono conto che qualcosa non va: vi sono orde primitive di umanoidi che cercano di aggredirli.

I nostri trovano riparo in una grotta abitata da esseri umani scientificamente evoluti e pronti ad evacuare il globo terracqueo oramai divenuto inabitabile e venefico, dopo un distruttivo conflitto nucleare che ha reso l’habitat impossibile.

Questo ristretto gruppo di uomini, coadiuvati da androidi davvero brutti, è focalizzato su due attività principali: lavorare senza sosta per il lancio spaziale verso un’altra terra e la difesa dalle invasioni dei barbari umanoidi, che si apprende essere il punto di approdo dei nefasti effetti delle radiazioni sui pochi superstiti.

Sennonchè, tutti piani di fuga falliscono e non resta che  rifugiarsi a ritroso nel tempo, il che però conduce ad un loop spazio-tempo che si ripete all’infinito e che chiude il film con originale chiusura.

Il film, come detto risente del tempo trascorso, ma vi sono movimenti di macchina assai originali (come le riprese in prima persona durante una fuga all’inizio del film), l’originalità della trama non a lieto fine, la rassegnata consapevolezza che l’uomo è un essere geniale e pieno di risorse, ma anche assurdamente belligerante e autodistruttivo.

L’idea della ripetizione temporale, che in questo film è resa con la progressiva velocizzazione (fino ad essere  estrema) delle scene del film appena visto, è originale e mi ha ricordato, mutatis mutandis, Oblivion, celebre pellicola interpretata da Tom Cruise.

Il cast è formato da attori non di primo piano ma dalla solida esperienza artistica: tra questi, Preston Forster, diretto anche da John Ford, John Hoyt, Merry Anders e altri che magari, senza conoscerli, abbiamo intravisto in serie tv anche datate.

E’ un film da riscoprire per chi ama il genere.

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