Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Non sarà la prima pellicola sull'argomento, ma ci coinvolge sottilmente, sbertucciando il dettaglio, il punto di vista soggettivo, il risvolto emotivo, la paura interiore; mischiando la soluzione universale con l'esigenza intima. Quante volte al giorno ci tocchiamo il viso, quanti milioni di assidue occasioni abbiamo disponibili per veicolare virus potenzialmente nocivi?
Un potrebbe accadere che scava nel quotidiano e che riconosciamo tangibile e verificabile. Soderbergh ricama insistentemente su questi casuali ed involontari scambi batteriologici, montando tensione nel pubblico, senza bisogno di effettacci (tranne con l'autopsia della Paltrow) e visioni catastrofiche, miscelando stralci di singoli episodi apparentemente slegati ma uniti da reazioni diversificate: dallo sconosciuto, l’inatteso, fino all'imponderabile che s'impadronisce del convenzionalmente universale.
Reazioni che mettono a nudo debolezze ed eroismi umani di ogni razza e latitudine, mentre noi, comodamente seduti al di qua dello schermo, ci discostiamo prudentemente - per riflesso condizionato - anche dal bracciolo della poltrona...
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