Regia di Varo Venturi vedi scheda film
C'è la fantascienza e c'è la scienza - da declinare al plurale se vi pare. E poi c'è la pseudoscienza. Stargate - il film - a livello di fantascienza funziona, più o meno. Se invece si vogliono prendere per buone le svariate ipotesi fantarcheologiche che vi sono alla base, allora il discorso cambia e son dolori. In 6 giorni sulla Terra si comincia male, perché alla conferenza, oltre ad un italiano a dir poco inelegante, da scuola materna ('e così abbiamo ricostruito che alcune razze'), troviamo subito Adriano Forgione (il sacerdote), sostenitore e divulgatore - con arroganza e saccenza da tuttologo, e quindi da nullologo - di teorie pseudoscientifiche, fantarcheologiche, fantastoriche, complottiste e cospirazioniste. No, non è il nome del personaggio del film, è proprio il direttore di discariche periodiche quali Fenix e prima ancora di Hera. Questo già non mi predispone bene verso la prosecuzione della visione. Perché se è un'opera di fantascienza, per quanto non originale accozzaglia di buona parte delle teorie - a loro volta non originali ma riprese da pubblicazioni vecchie come il cucco e per la cronaca, stesso identico procedimento che ha seguito Dan Brown scrivendo quella ciofeca de Il codice da Vinci - ivi contenute, come Stargate o il pessimo Battaglia per la Terra, ok. Se, invece, 6 giorni sulla Terra sta a tutto ciò come Battaglia per la Terra o Stargate si sarebbero potuti porre, ovvero quali 'serie' casse di risonanza e manifesti il primo di Ron Hubbard e Scientology e il secondo della mondezza fantarcheologica suddetta, allora non è ok proprio per niente.
Il problema è che la sceneggiatura si basa così alla lettera sulle teorie di Corrado Malanga (ufologo complottista-cospirazionista, compare pure lui nella conferenza iniziale, ma anche chimico che ha tenuto corsi all'Università di Pisa, figuriamoci un po'...) e sulle pippe mentali pseudoscientifiche sue e dei vari Forgione e di chi pubblica sui suoi periodici, che ai miei occhi assume troppo ma proprio troppo la funzione di manifesto-cassa di risonanza, e come tale indifendibile. Ma questo è anche il suo più grande difetto dal punto di vista cinematografico. Perché: sceneggiatura priva di qualsivoglia originalità, inutilmente pesante quando si perde dietro le pippe suddette, il dottore, in quanto alter-ego di Malanga, assume le sembianze di un fervente e zelante credente che si ammanta di (pseudo)scienza risultando grottesco, e l'aura da pseudoricercatori del resto dei protagonisti è francamente ridicola. Insomma la sceneggiatura non c'è, è solo la pallosissima esplicazione di una e più balorde teorie pseudoscientifiche (sull'immancabile richiamo all'archeologia mi taccio, essendo esattamente quella l'area geografica di mia specializzazione dato che si parla di Ur), l'interpretazione lasciamo perdere, la regia è a cavallo tra quella di una puntata di X-Files e quella di una puntata di talk show, cosa resta?
P.S. Quanto a scienze e pseudoscienze, mi rendo conto che per chi non è addentro la distinzione può non essere alla portata e la pseudoscienza può apparire più scientifica della scienza stessa. Ma è, appunto, un'impressione data dall'ignoranza (nel senso letterale di ignorare metodi, dati e risultati delle varie discipline nonché i dibattiti al loro interno), un'illusione, un trucco, una frode, oppure la conseguenza della voglia di credere ad ogni costo e a priori, che attiene alla sfera religiosa piuttosto che a quella scientifica. Spiace, perché in realtà una buona scuola di base dovrebbe essere sufficiente a fornire gli strumenti atti a distinguere. Purtroppo non è così e invero non basta nemmeno l'università, tant'è ch'è pieno in giro di 'scienziati' o perlomeno di 'tecnici' nel proprio settore ma pseudoscienziati in quello degli altri (Dunning-Kruger everywhere), quando con arroganza e saccenza la fanno fuori dal vaso cianciando con sicumera di ciò che non conoscono e su cui non si sono presi la briga di informarsi nemmeno un minimo. In Italia poi non stupisce dato che a un campione della fantarcheologia come Giacobbo (si vedano a titolo d'esempio Chi ha veramente costruito le piramidi e la sfinge e Il segreto di Cheope. Per una distinzione abbordabile invece, divulgativa, tra scienza e pseudoscienza in quest'ambito: K.L. Feder, Frodi, miti e misteri. Scienza e pseudoscienza in archeologia) sono stati dati importanti incarichi sulla rete pubblica nazionale, una trasmissione 'divulgativa' su questi temi (tra gli ospiti, lo stesso Forgione) che soprattutto all'inizio era pura spazzatura (mi prendo tutta la responsabilità dell'affermazione e sono pronto a dimostrarne la bontà in qualsiasi momento e in qualsiasi sede. D'altro canto Aldo Grasso stigmatizzò la cosa da subito, e giustamente), e addirittura un corso di Teoria e Tecnica dei nuovi Media in università - e sono due: poi ci si lamenta dello spreco di risorse pubbliche e della mancanza di fondi per cose serie o del degrado di vecchi e nuovi corsi universitari...
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