Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film
Una ragazzina, appena trasferitasi dalla Svizzera alla Calabria, si prepara alla cresima sotto la guida di una catechista cicciona e tendenzialmente isterica. Il film vuole essere letto in prima battuta come un pamphlet anticlericale, e sotto questo aspetto non brilla per originalità: la vita parrocchiale è un mostruoso concentrato della più becera mondanizzazione di stampo televisivo, il prete fa il galoppino per un politico che si candida alle elezioni con lo slogan paraberlusconiano “La forza del futuro” (per fortuna ci vengono risparmiate le molestie sessuali a minorenni, verso cui sembrava di essere avviati); scontato, per quanto visivamente suggestivo, anche il finale, con una messa solenne ridotta a pura scenografia e con l’altare clamorosamente privo di crocifisso. Molto più interessante la storia della faticosa crescita di un’adolescente solitaria e sensibile, disorientata in un ambiente per lei nuovo, priva di punti di riferimento (una sorella brusca, una madre affettuosa ma poco presente) e con una certa tendenza alla vita randagia: fa tenerezza vederle compiere un gesto di autolesionismo gratuito come il taglio dei capelli e preoccuparsi per la sorte di una nidiata di gattini condannati a morte.
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