Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film
Il film d'esordio di Alice Rohrwacher mi ha fatto venire alla mente tre o quattro riferimenti, primo tra i quali Gomorra di Garrone, per gli squallidi scenari extraurbani, nei quali si muovono i personaggi. Un altro riferimento è una novella di un autore cecoslovacco (di quando ancora esisteva la Cecoslovacchia), Vitezslav Nezval, che si intitola Valeria e la settimana delle meraviglie, e parla di una ragazzina alle prese con la prima mestruazione e le ossessioni che questo evento comporta. Corpo celeste mi ha fatto venire in mente anche la scena finale dei Quattrocento colpi di Truffaut, per la fuga di Marta in riva al mare. E, infine, c'è un riferimento ad un film abbastanza recente, Lourdes, di Jessica Hausner, cui rimanda il finale, nel quale risuona la canzoncina da trash cattolico radiomariano Mi sintonizzo con Dio, che perfino il parroco (un grande Salvatore Cantalupo, che mostra tutta la fatica e anche la noia di essere prete oggi al Sud) ascolta con fastidio. P.S. Rispetto al film della Hausner, c'è più sofferta partecipazione, laddove c'era un cinismo distaccato nell'osservazione, quasi entomologica, del fenomeno Lourdes. Ma se il film francese aveva il "vantaggio" di parlare di - appunto - un fenomeno da baraccone, la Rohrwacher si trova a descrivere una situazione che rientra, purtroppo, nella normalità italiana.
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