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Corpo Celeste

Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film

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La recensione su Corpo Celeste

di Kurtisonic
8 stelle

Quando alcuni registi europei indagano all'interno delle loro realtà sociali, abbracciando tematiche che analizzano i modelli portanti, il costume, i valori che emergono, lo fanno con rigore e senso etico esemplare. Pensando invece a tante pellicole italiane contemporanee sembra che si resti troppo nella commedia, e lo sconforto è in agguato. Corpo celeste, e già il titolo è una premonizione, è la felice smentita di tutto ciò. Senza cadere nel caricaturale, o senza allargare a dismisura lo spaccato sociale che disperderebbe il corpo centrale della vicenda, mette lucidamente a fuoco un momento di crescita di una ragazzina tredicenne, Marta, ritornata in Calabria con la madre e la sorella dopo dieci anni di emigrazione in Svizzera. Marta, inserita in un gruppo di coetanei che si preparano alla cresima, misura su di sè lo spaesamento e l'estraneità ad una comunità adulta vuota e senza più identità, che tenta al massimo di sopravvivere imitando superficiali modelli televisivi e associando un'inconsistente sentimento religioso a valori consumistici e definitivamente corrotti. La ragazzina sente la sua diversità, la non appartenenza a quella visione della realtà, ma attraverso di essa inizierà il suo percorso di formazione senza protezione, senza appigli cui ispirarsi. La regia compie scelte precise: le luci sono naturali e oscure, i silenzi, le pause, gli sguardi, sono quelli giusti, sono semplicemente veri, sono lo specchio di ciò che vogliono riprodurre. Personaggi come il prete, la madre, e soprattutto la catechista, immortalano lo sfacelo, lo sbandamento e il torpore che coinvolge non solo le periferie o il sud, ma il tessuto sociale di un'intera nazione. Il suo simbolo è il corpo sfatto della catechista ( una brava attrice non professionista, Pasqualina Scuncia) che si merita l'inquadratura soffermata su di lei, quando delusa dalla supponenza delle autorità religiose si butta sul letto, in un ridicolo e potentissimo tuffo nel nulla che la anima. Esordio promettente della regista Alice Rohrwacher che stimola l'attesa per nuove prove del fuoco.

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