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Corpo Celeste

Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Corpo Celeste

di alan smithee
8 stelle

Una giovane madre con al seguito una figlia diciottenne e una bambina di tredici anni torna nella natia Calabria per lavorare in una panetteria, dopo un lungo soggiorno in Svizzera.
In occasione del rientro a casa la bambina viene subito iscritta al corso preparatorio per la Cresima, ormai giunto quasi al termine e portato avanti con tenace fanatismo da una combattiva e poco arrendevole devota seguace del fuggevole parroco di borgata.
Quest’ultimo in realta’, sempre con lo sguardo distratto e il pensiero altrove, e’ impegnato in ben altra azione di proselitismo volta alla raccolta di voti per le imminenti consultazioni elettorali locali, dal successo delle quali dipendera’ la sua futura carriera presso una parrocchia piu’ importante.
La preparazione al sacramento e’ vista con lo sguardo insicuro e al tempo stesso stupefatto della giovane eterea Martina, della quale incantano gli occhi sempre fra il meravigliato ed il triste.
E in effetti c’e’ poco da stare allegri, in una Calabria devastata dalla cementificazione e dall’abusivismo, dai rifiuti, dalla compravendita di voti, dal precariato, da una chiesa che impone una sua dottrina mnemonica e posticcia a ragazzi di borgata che, nonostante l’apparente apatia, sono l’unica risorsa viva e positiva che rimane, i soli forse in grado di “sintonizzarsi con Dio”.
Ma quando verso la fine anche Gesu’ in croce sembra voler fuggire da questo purgatorio terreno, ecco che il film diventa davvero potente, per immagini e significati: il crocifisso che scivola nel dirupo e fluttua tra le onde e’ il culmine di una drammatica odissea interiore della giovane protagonista, che percorre un suo personale calvario, scoprendosi donna proprio in quella imbarazzante occasione.
Una notevole opera d’esordio, che grida silenziosa a questa devastante deriva umana e ambientale.
"Elì, Elì, lamà sabachthàni?”

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