Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film
La giovanissima Yile Vianello marca a fuoco Corpo Celeste, ottimo debutto di Alice Rohrwacher, poi verrà Lazzaro felice, regista in crescita esponenziale.
Corpo celeste Italia/Svizzera/Gran Bretagna 2011 la trama: Marta una ragazzina di tredici anni, viene dalla Svizzera e torna a vivere a Reggio Calabria, la sua città natia insieme alla madre ed alla sorella maggiore diciottenne. Il cambiamento e l’ambientamento non sarà facile da affrontare e superare, anche se la ragazza ha buona volontà, insolita maturità e spirito di adattamento e sopportazione, però non si abituerà facilmente alla rigida educazione cattolica ed alle dure lezioni di catechismo. La recensione: Corpo celeste folgorante debutto nel cinema di Alice Rohrwacher è un ritratto sincero di una ragazzina alle prese con il mistero dei sacramenti ed alla rigidità della Chiesa cattolica. Marta ha l’età per fare la Cresima, però prima deve prepararsi spiritualmente attraverso le lezioni di catechismo, si troverà in una realtà per lei inaccettabile, guidata da un prete Don Mario, interpretato con asciuttezza da Salvatore Cantalupo, volto storico del cinema meridionale, un parroco più interessato alla politica, al voto di scambio ed a fare una brillante carriera che non alla fede. La ragazzina che interpreta Marta è una semi debuttante eccezionale, un volto acerbo che è l’esatto confine tra infanzia ed età adulta, evidenziato dallo stupore sul suo viso nella scena dove la piccola ha le prime mestruazioni in bagno. Lei marca il film, lo guida ed indirizza Yile Vianello, il nome è tratto da una divinità africana, mentre il cognome chiaramente di origine veneta, nella parte della madre Rita recita una dimessa per l’occasione Anita Caprioli. Alice Rohrwacher, sorella della celebre attrice Alba, qui in veste di consulente del film è molto abile con la mdp nel dirigere anche gli attori non professionisti, che sono molto naturali e che garantiscono al film tanta
qualità, la fotografia molto nature la dobbiamo a Hélène Louvart. Si intravede il degrado culturale ed ambientale calabro. Il film non è solo spirituale, vi è anche molta umana comprensione. La sceneggiatura è il punto forte, perché ci fa conoscere, capire ed entrare nella mente di Marta, che ha poche occasioni di socializzare a parte la scuola ed il catechismo ed il mondo ecclesiastico italiano molto complesso, che il film non può assolutamente farci capire, però ha il merito di essere uno spaccato realistico di un ambiente ancora purtroppo retrogrado e ancorato a situazioni e modi di vivere arcaici sedimentato nella notte dei tempi. Questo bel film fu presentato con successo al Festival del cinema di Cannes del 2011, consiglio di vederlo con grande attenzione ai dettagli e di avere la pazienza di seguirlo con grande concentrazione, perché ne vale la pena voto 7.5 Interpreti e personaggi Yile Vianello: Marta Salvatore Cantalupo: Don Mario Pasqualina Scuncia: Santa Anita Caprioli: Rita Maria Luisa De Crescenzo:Rosa Renato Carpentieri: Don Lorenzo Paola Lavini: Fortunata
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