Regia di Howard Hawks vedi scheda film
Paradossalmente, è davanti al nostro sapere che noi siamo più indifesi ed impotenti: Le nuove conoscenze conquistate sono infatti rese pericolose dai loro limiti: ciò che si colloca alla frontiera dello scibile si affaccia necessariamente sull'ignoto, e quel confine è come l'orlo di un precipizio. Una pozione miracolosa di cui si possiede la formula, ad eccezione di un unico ingrediente segreto, rappresenta proprio quella micidiale miscela tra scienza e metafisica, tra empirismo e speculazione che, da sempre, minaccia l'integrità dell'intelletto umano, facendolo restare vertiginosamente in bilico tra il concreto dominio della ragione e il surreale regno del fantastico. A ciò che non capiamo ci assoggettiamo volentieri: nasce così l'incanto di tutte le forme di alchimia, che, apparentemente funzionano da sé, esaudendo i nostri desideri, senza richiedere, da parte nostra, alcuna partecipazione attiva, mentale o fisica che sia. Il fatto è, però, che tutto quanto si sottrae al nostro controllo, finisce, prima o poi, per approfittarsi della nostra buona fede; e così, ad un certo punto ci tradisce, anche solo rivelandosi intempestivo o esagerato nel soddisfare le nostre aspettative. La vicenda de Il magnifico scherzo si innesta proprio sul principio della troppa grazia: un puro caso regala istantanenamente una scoperta a lungo inseguita con uno strenuo sforzo di ricerca, e ne moltiplica prodigiosamente gli effetti, col solo risultato di seminare lo scompiglio. Gli uomini che, bevendo inconsapevolmente l'elisir creato da una scimmia, si ritrovano, d'un tratto, ringiovaniti di decenni, perdono la loro identità e la padronanza della propria vita; è quanto mai inquietante rendersi conto che ciò che siamo, in ogni momento, è il mutevole prodotto temporale della storia e della chimica del corpo. Noi cambiamo in continuazione, secondo un processo di cui ci sfugge il meccanismo, e pretendere, oggi, di essere diversi da come ci ha voluti la nostra personale evoluzione, significa scollarci dalla realtà, buttando all'aria quel rapporto che tanto faticosamente abbiamo costruito, giorno dopo giorno, con il mondo in cui siamo immersi.
Howard Hawks dirige questa grottesca commedia della trasformazione con un piglio spietato, che sostituisce al comico il ridicolo, al brillante il patetico, mescolando, in un amarissimo cocktail, la constatazione della nostra misera immanenza, e il monito contro ogni delirante ambizione di poterla sovrastare.
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