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La Talpa

Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film

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Lord Holy

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La recensione su La Talpa

di Lord Holy
2 stelle

Il film è basato sull'omonimo romanzo di John le Carré, che non ho letto. Il titolo originale, Tinker Tailor Soldier Spy, è un gioco di parole che sfrutta una conta inglese (Tinker, Tailor, Soldier, Sailor, Richman, Poorman, Beggarman, Thief) e nel contesto di quest'opera si riferisce ai nomi utilizzati per indicare i cinque sospettati di essere la talpa, ovvero di essere doppiogiochisti del KGB, da cui il più semplice e diretto titolo italiano.

L'aspettativa nei suoi confronti era direttamente proporzionale alla quantità di elogi da esso ricevuti. Ne lascio dunque immaginare l'entità. Purtroppo essa si è tramutata in una speculare delusione al termine della visione, che si è dimostrata un vero e proprio strazio. Di solito non disprezzo affatto le opere di questo genere, riflessive e prive d'azione, purché siano decenti, ovvero vantino tra i punti di forza i personaggi e le loro relazioni. Non è questo il caso.

Non si hanno mai sufficienti dettagli sui protagonisti "chiave", sulle loro storie, né sui cosiddetti indiziati. Addirittura la talpa medesima comparirà solo per pochi istanti (e nonostante ciò s'intuirà subito essere lui). In sostanza è una noiosa, monotona alternanza fra silenzi obnubilanti e dialoghi robotici. L'effetto è una trama sfilacciata nell'apatia, nel totale disinteresse per quanto accade sullo schermo e nella mancanza di una qualsivoglia affinità con i personaggi, la cui sorte proprio non mi ha nemmeno sfiorato. Non dico eccitazione, ma manco un sussulto di interesse. Raramente mi è capitato di guardare un film consultando a ripetizione l'orologio, in estenuante attesa della fine.

Meglio sorvolare sulla completa dilapidazione del cast. Non ho mai visto un Gary Oldman così compassato e anonimo, impostato, freddo e ingessato. Non è riuscito a coinvolgermi per nulla, a trasmettermi alcuna emozione. Meglio Colin Firth, Mark Strong, Tom Hardy, John Hurt e Benedict Cumberbatch, ma il miracolo di risollevare le sorti del film è stato reso loro impossibile negli infimi ruoli cui sono relegati. Se sono sopravvissuto sino all'ultimo è senza dubbio merito dell'acclamata colonna sonora di Alberto Iglesias, forse unico vero pregio che mi sento di riconoscere (e che ha scongiurato la vittoria dell'assopimento). Per il resto, mi sono sentito come quegli scolaretti svogliati, che seguono tutto fuorché la lezione loro propinata. Malgrado ciò, non ho certo l'arroganza di attribuire con convinzione tutte le colpe al film soltanto. Magari semplicemente non l'ho compreso. Se allora davvero si tratta di un cibo raffinato, per me comunque rivelatosi indigesto, vorrà dire che in questa occasione avrei forse dovuto preferire il clima familiare di una semplice cucina rustica...

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