Regia di Garry Marshall vedi scheda film
Un 31 dicembre a New York con la sua varia umanità alle soglie del nuovo anno, tra storie d'amore, bimbi che nascono, vecchi che muoiono, varie ed eventuali. E mentre i personaggi attendono la caduta della celeberrima palla su Times Square, all'incauto spettatore di palle ne cadono due.
Dio ci scampi e liberi dalla jattura del film corale natalizio/festivaliero: gli inglesi qualche anno fa ci avevano ammanito il mediocre Love Actually, la cui zuccherosità veniva perlomeno annacquata da spruzzate di humour al vetriolo, gli americani ci riprovano con questo atroce Capodanno a New York, che invece punta senza ritegno sulla più stucchevole melassa, muovendo cinicamente le corde del patetico nel ricattatorio episodio del moribondo interpretato da Robert De Niro (ormai davvero, tristemente, nella fase terminale della sua gloriosa carriera) e toccando il fondo con la videochat con il soldato in missione all'estero. Incredibile la quantità di marchi commerciali ben in evidenza e quindi pubblicizzati surretiziamente, manco fossimo nel più becero dei cinepanettoni italiani.
Cast ricchissimo (inutile citare tutti, tanto non si salva nessuno), tante vittime illustri coinvolte in un progetto disastroso, con una nota di particolare biasimo per Jon Bon Jovi, incredibilmente capace di tamarrizzare una bellissima canzone come Have a Little Faith in Me del grande John Hiatt. Del regista Garry Marshall rimpiangiamo sinceramente la delicatezza del suo irripetibile Paura d'Amare, unico picco artistico in una carriera di lussuose ed inconsistenti commedie hollywoodiane.
Un noioso e patinatissimo chiacchiericcio di sottofondo: 2/10.
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