Regia di Jalmari Helander vedi scheda film
Il giovane Pietari, figlio di un cacciatore di renne finlandese, si convince che gli scavi in fase di svolgimento sulle montagne nei pressi del suo villaggio stiano per disvelare la tomba di un antico demone: Babbo Natale…
La filmografia finlandese spaventa lo spettatore medio; difficile, infatti, vista la scarsa frequenza con la quale la loro produzione arriva fino a noi europei del sud (a parte Kaurismaki e qualche altro), ambientarsi con usi e costumi ma soprattutto nomi (quali Rauno, Aimo, Piiparinen [?] ) che ci appaiono estranei e appartenenti ad una realtà “vichinga” fatta di ghiaccio, rarefazione e solitudine. In questo caso, l’ottimo spunto iniziale fa passare in secondo piano queste considerazioni e ci rende subito partecipi del racconto di questo Santa Claus demoniaco, diabolica creatura non solamente rea, per secoli (ma che dico, millenni !!), di numerose effrazioni e violazioni di domicilio nelle case di tutti noi ma colpevole di rapire e mangiare i bambini cattivi. Il racconto preparatorio procede spedito, senza troppa originalità ma ricalcando robustamente gli stilemi classici del genere (presagi, misteriose sparizioni, stragi di animali), con buono stile e sufficiente convinzione grazie soprattutto alla “grezza” genuinità degli interpreti principali. La successiva fase centrale non mantiene tutte le iniziali premesse, risultando discontinua e con evidenti cali di tensione narrativa, nel suo dubbioso avanzare tra la scelta di far predominare la fase horror o di proseguire sulla progressiva costruzione di un’atmosfera macabra e grottesca. Il regista si ferma nel mezzo del guado e, complice la mancanza di un attore di carattere in grado di “reggere” le parti scenicamente più deboli, la tenuta generale della pellicola ne risente parecchio. Ciò non toglie che non manchino momenti (visivamente) suggestivi: dall’asportazione delle protumberanze cornee del belzebù congelato alla chiaroscura corsa dei nudi folletti ottuagenari sulla neve fino all’enfatico ma suggestivo finale. Una bislacca stranezza “From Outer North”.
Stramba.
Indecisa.
Sagace.
Rude.
Indeciso.
Baffuto.
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