Regia di Simon West vedi scheda film
Un piccolo cult del cinema d'azione anni Settanta,"Professione assassino",nel quale un Charles Bronson particolarmente intenso interpretava un killer professionista,dallo stile unico e dal talento impressionante,che prendeva sotto la propria ala un giovane scapestrato,figlio di un amico che purtroppo era rientrato nelle commissioni da svolgere,e proprio il protagonista aveva dovuto mandarlo all'altro mondo,e,allevando il ragazzo a diventare un sicario professionista,si metteva contro nemici potenti,per arrivare ad un colpo di scena finale doppio.Quarant'anni dopo,avendo rinunciato Brad Pitt ad interpretare la parte principale,è l'inglese Jason Statham ad impersonare Arthur Bishop,l'implacabile geometra dell'omicidio che ha un estro alquanto vivo nell'ideare le modalità degli assassinii affidatigli:la regia passa da Michael Winner a Simon West,che non ci ha fatto mancare cose mediocri nel corso della sua carriera (va citato perlomeno "Lara Croft"),ed un budget più sostanzioso,a giudicare dalle esplosioni presenti nella storia.Il film,tutto sommato,è un action ben girato,che mantiene il canovaccio dell'originale,include alcune sequenze di impatto (il primo "incarico" svolto da Bishop,anche se si regge su uno snodo narrativo improbabile,è cinematograficamente interessante),ma ha il difetto di arrivare alla conclusione tradendo la buona soluzione del film del '72,ribaltandone il senso,per la smania di protagonismo della star (relativa,ma del genere lo è eccome).Peccato,perchè ad esempio la "prova del fuoco" di Ben Foster,lo scontro con il gigantesco killer rivale che aveva cercato di sedurlo in un inaspettato corteggiamento omosex esprime una tensione non di scarso livello,ma West,se da un lato tiene bene il rullo del ritmo,rende fin troppo patinata la narrazione,facendo del remake di "Professione assassino" un mancato esempio di rifacimento che funziona.
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