Regia di Gerard Johnson vedi scheda film
Tony è soltanto una delle innumerevoli brutture che infestano la periferia londinese. Interpretato in notevole sottrazione da Peter Ferdinando, il nostro protagonista galleggia in una bolla alienata, in cui il bisogno di compagnia si fa impellente come il desiderio di uccidere. Tony è tuttavia un serial killer anomalo, seppur palesemente disturbato non prepara a tavolino le proprie uccisioni di cui non sembra avere quell'urgenza maniacale mostrata in altre occasioni, come ad esempio nell'ossessivo visionare film action.
Colto da raptus improvvisi -quasi sempre mostrati parzialmente lasciando la crudezza fuori campo- è tutt'altro che spaventoso, infatti non appena mette fuori il naso dal suo squallido appartamento diventa facile oggetto di vessazioni e raggiri. Tra le mura amiche è invece letale, anche se non privo di un lato meno abominevole (come mostrato nella scena dell'invito a pranzo). Nonostante qualche passaggio poco credibile il film di Gerard Johnson (qualche anno dopo regista dell'altrettanto notevole "Hyena"), sposando un approccio minimale, racconta il prodotto deviato di una società altamente disturbante e disturbata. Senza dover ricorrere a flashback basati su traumi o violenze infantili, le motivazioni scorrono semplicemente osservando un'umanità a dir poco ributtante. Padri violenti, tossici, funzionari zelanti e coppie litigiose non sono poi tanto diversi da Tony, tassello del puzzle solo apparentemente inadatto, in realtà parte integrante di uno spaccato sociale ed urbano selvaggio, dove per poter sopravvivere urge essere predatori.
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