Regia di Gerard Johnson vedi scheda film
Ne esistono pochi di film così. Di durata breve (a malapena una settantina di minuti), ma di un peso specifico enorme, che deborda a lungo anche dopo la fine. C'è l'Inghilterra, sullo sfondo. Con i suoi sobborghi di palazzi aggrumati, di tossici, di puttane. E la figura del serial killer, che si staglia senza nulla di ridondante, di plateale, ma è la perfetta degenerazione silente di un universo rassegnato allo squallore. Tutto perfetto, dalla regia chirurgica e mai invasiva di Gerard Johnson, al protagonista (un Peter Ferdinando assolutamente magistrale e da ora per me difficilmente dimenticabile), tanto esile nella figura quanto composto, marmoreo e perfino disincantato nelle declinazioni della violenza perpetrata. Un'opera prima, insomma, che sembra tuttavia il coronamento della parabola di un cineasta navigato, che come pochi sembra aver imparato da subito come capitalizzare "di pancia" gli elementi di quella miseria esistenziale che muove una galleria di personaggi nel loro incedere malato. Lo consiglio spassionatamente, chi volesse può trovarlo in rete a questo url http://www.nowvideo.at/video/ueccfj7r3fi8d
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